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LA NUOVA MEDICINA: un passo indietro per andare avanti

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La nascita di Internet ha cambiato completamente e per sempre la medicina anche se molti medici ancora non se ne rendono conto e sanno solo dire di alcuni pazienti che sono “laureati su google”.

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Il fenomeno è invece molto più articolato e richiede un’attenta analisi.
L’accesso a internet e alla letteratura scientifica tramite Pubmed ha permesso ai malati con un cervello e una cultura di capire, aggregandosi ai vari gruppi di studio, qualcosa in più sulla propria patologia mettendo in discussione che curare alcune patologie con i farmaci non da risultati soddisfacenti ed occorre sempre valutare gli effetti collaterali perché il farmaco spegne il sintomo ma non cura la causa della patologia.
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La letteratura scientifica disponibile su Pub med propone alla luce dei nuovi studi di usare come terapie non solo farmaci ma anche alimentazione, vitamine, stili di vita, etc. cose che alcuni medici omettono di consigliare dando, spesso anche solo per telefono, l’ultima pillola di moda.
ARRIVA IL COVID…
Il rapporto già compromesso paziente/medico (paziente che ha curato la malattia con altri rimedi efficaci e privi di effetti collaterali o che non ha tratto giovamento o magari ha avuto danni dai farmaci) viene ulteriormente messo in discussione.
IL SISTEMA ALIMENTA GLI OPPOSTI
E divide…
Le persone che rifiutano le soluzioni propinate dalla medicina ufficiale semplicemente non credono perché questa non li ha aiutati.
Sì avanzano proposte per creare una nuova medicina:
-Medici che usano i farmaci ma non sono venduti alle case farmaceutiche.
-Società scientifiche non finanziate da case farmaceutiche e quindi non entrano in conflitto di interesse.
-Ricerca scientifica non per il 70% in mano alle case farmaceutiche.
-Medici che curano il malato e non la malattia adottando strategie sanitarie personalizzate in base anche alle patologie regresse del paziente
-Medici che sanno ascoltare i pazienti.
DOMANDA e CONCLUDO:
“Ma se il medico agisce in maniera deontologicamente corretta curando il paziente e non solo il sintomo, adottando conoscenza e umanità senza scorciatoie propinate dalle case farmaceutiche,
il malato metterebbe ugualmente in discussione il suo operato?”

(Carmen Trovato)

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