Oggi ritorniamo sull’attraversamento dello Stretto da Reggio Calabria a Messina, per segnalare un’altra criticità, che tanto dice sulla scarsa attenzione da parte della società vettore degli aliscafi per i viaggiatori e l’opinione dei turisti sulle nostre zone.
Chi atterra di domenica al Tito Minniti di Reggio Calabria, per raggiungere Messina, deve fare i conti con l’unico (?) mezzo di quella Città per attraversare lo Stretto, gli aliscafi della Liberty Lines.

È capitato di arrivare in aeroporto alle 19,30, ma di toccare l’altra sponda a mezzanotte, dopo 4 ore e trenta.
Sì perché il bus è partito dall’aeroporto alle 20 per essere all’imbarco degli aliscafi alle 20,30, ma la prima corsa dell’aliscafo era alle 23,20.
Tre ore di inspiegabile attesa, guardando la irraggiungibile costa siciliana, che a soli 5 chilometri sembra la si tocchi.
Ma non solo il disagio della mancanza di corse nell’intervallo 18,20-23,20 – ben 5 ore sigh! -, perché ad aggravare la situazione si aggiunge il gesto indelicato della società di navigazione, che tiene chiusa la sala d’attesa, lasciando i viaggiatori accampati nei paraggi e aprendola solo a ridosso dell’orario di partenza.
Perché questo irrispettoso trattamento dei passeggeri da parte del vettore? è una questione di spese, incoraggiata dall’arroganza derivante dall’avere il monopolio del servizio? e in questo caso essendo un servizio (servizio di trasporto), è più importante il profitto o l’utilità sociale, compresa l’immagine del territorio?
A prescindere dalle risposte che si potrebbero dare, il buon senso e le regole civili dicono che non si possono lasciare i passeggeri per 4 ore ad attendere l’aliscafo in mezzo alla strada e senza alcuna assistenza.
La liberty Lines dovrebbe intanto “connettersi” maggiormente con l’aeroporto, per evitare disservizi come questo, dannosi per i viaggiatori ed indirettamente per il Tito Minniti, il turismo siciliano e l’immagine della Calabria.
E sicuramente dovrebbe lasciare civilmente la sala d’attesa aperta 24 ore su 24, come quelle delle stazioni ferroviarie, dove aspettare la corsa, a qualsiasi ora del giorno e della notte, col sole o con la pioggia, potendo usufruire di servizi per i bisogni, che non possono essere soddisfatti per strada, soprattutto se bambini, anziani o malati.
Due grandi città separate dal mare, ma anche da una cattiva organizzazione dei servizi, dicevamo ad agosto quando segnalavamo che dopo le 23,55 il primo collegamento da Reggio Calabria per Messina è alle 5,30, rimanendo le due città scollegate per tutta la notte.
L’unica possibilità per fare rientro a Messina, dopo l’ultimo aliscafo delle 23.55 (orario estivo) dicevamo essere l’utilizzo del traghetto con partenza da Villa San Giovanni, se non fosse che la prima corsa utile per raggiungere l’imbarco partendo da Reggio Calabria è alle 5.00.
E poi ci sarebbe da dire delle navette ATAM, sicuramente insufficienti per coprire tutti i voli, con numerose fasce orarie non servite; anche queste dovrebbero fare la spola ininterrottamente, per garantire un migliore collegamento rispetto alle esistenti corse 27 e 28, che però non effettuano la fermata allo scalo, ma a circa 500 metri, e raddoppiano il tempo di percorrenza.
In conclusione ci sarebbe da dire che se per il ponte ci sono divergenze di opinione, su queste soluzioni i cittadini sarebbero tutti per il Sì, nella consapevolezza che una grande bellezza come quella dello Stretto non può essere velata da pensieri negativi dovuti ad una cattiva organizzazione dei trasporti e che l’unica nebbia ammessa è la incantevole Fata Morgana.



