Corruzione e turbativa d’asta sono la base delle indagini. Diciotto gli indagati complessivi. Perquisizioni in corso nei confronti dell’ex Presidente della Regione e del deputato di Noi Moderati.

L’inchiesta dei carabinieri del Ros ipotizza l’associazione a delinquere per il controllo illecito di appalti in diversi settori pubblici, tra cui la sanità.
Sembra essere un nuovo terremoto politico-giudiziario quello che in queste ore sta scuotendo la Sicilia, infatti la Procura di Palermo ha chiesto l’arresto per il segretario nazionale della Nuova Democrazia Cristiana ed ex Presidente della Regione Siciliana, “Totò” Cuffaro e per il deputato nazionale e coordinatore politico di Noi Moderati, Saverio Romano.
L’inchiesta che coinvolge entrambi si fonda su presunti appalti pilotati ed è condotta dai Carabinieri del Ros. Questa mattina gli stessi Carabinieri hanno eseguito anche delle perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici degli indagati.
Le indagini sono iniziate circa due anni fa e avrebbero svelato un sistema volto a condizionare l’assegnazione di appalti pubblici, in particolare nel settore della sanità. Gli indagati sono un totale di 18, tra i quali oltre a Cuffaro e Romano, c’è anche il capogruppo della Nuova DC all’Ars, Carmelo Pace.
La Procura di Palermo ha avanzato le richieste di arresto per i 18 indagati a vario titolo per associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione.
Tra i destinatari della richiesta di misura cautelare oltre Cuffaro, Romano e Pace, risultano Vito Raso, storico collaboratore di Cuffaro e Roberto Colletti, ex manager dell’ospedale “Villa Sofia”.
Con loro, risultano indagati anche Antonio Abbonato, Ferdinando Aiello, Paolo Bordonaro, Alessandro Mario Caltagirone, Marco Dammone, Giuseppa Di Mauro, Vito Fazzino, Antonio Iacono, Mauro Marchese, Sergio Mazzola, Paolo Emilio Russo, Giovanni Tomasino e Alessandro Vetro.
Il segretario della DC, Totò Cuffaro è intervento sull’inchiesta della Procura di Palermo, dichiarando: “Stamani mi hanno notificato un avviso di garanzia e hanno effettuato perquisizioni nella mia abitazione e in ufficio. Ho fornito ai carabinieri la massima collaborazione e sono sereno, rispetto ai fatti che mi sono stati contestati, per alcuni dei quali non conosco né le vicende né le persone. Sono fiducioso nel lavoro degli organi inquirenti – conclude – e pronto a chiarire la mia posizione”.
Anche Saverio Romano rilascia alcune dichiarazioni: “Apprendo dalla stampa di una richiesta della procura di Palermo che mi riguarderebbe: non ne so nulla e non ho ricevuto alcuna comunicazione. In ogni caso sono assolutamente tranquillo e a disposizione, pronto a chiarire eventuali dubbi dei magistrati, dei quali ho la massima stima e considerazione”.
Per Cuffaro, la richiesta di arresti domiciliari è stata avanzata al giudice per le indagini preliminari che deve fissare l’interrogatorio preventivo dell’indagato prima dell’eventuale applicazione della misura cautelare.
Per quanto riguarda Saverio Romano, coordinatore nazionale di Noi Moderati, il prosieguo dell’inchiesta deve passare da una richiesta di autorizzazione a procedere su cui dovrà pronunciarsi il parlamento.
L’indagine della Procura di Palermo arriva dopo circa dieci anni dalla fine della condanna di Cuffaro per favoreggiamento alla mafia e rivelazione del segreto d’ufficio, nel frattempo l’ex Presidente della Regione era tornato attivamente in politica alla guida di una rinata Democrazia Cristiana e adesso si ritrova al centro di un’altra vicenda giudiziaria che potrebbe avere ripercussioni politiche significative sia a livello regionale che nazionale.
Nei prossimi giorni il Giudice per le indagini preliminari ascolterà gli indagati per decidere se accogliere o meno le richieste della Procura.



