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Messina. Organizzato dal MCL Don Bignami presenta il suo “Dare un’anima alla politica”: libro del primato del Bene sul Giusto

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Interessante incontro letterario quello che si è tenuto ieri sera nella storica e affollata aula Tassone del dipartimento di Giurisprudenza, con Don Bruno Bignami, per la presentazione del suo libro “Dare un’anima alla politica” (ed. San Paolo) organizzata dal MCL di Messina, guidata da Gaetano Lamberto.

Dipartimento di Giurisprudenza Università di Messina

Uno  straordinario tavolo ed un parterre d’eccezione a condividere il messaggio centrale della serata, cioè “riconoscere il primato del Bene sul Giusto”, concetto che ha portato a riflettere sulla Dottrina Sociale della Chiesa, passando da Leone XIII ( Rerum Novarum 1891) a Giovanni XXIII (Concilio Vaticano II 1962-1965) ed a Francesco (Fratelli Tutti 2020) e, prima di tutti, San Francesco.

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Da qui la domanda su quale motivazione possa essere così importante da condurre al pensiero che la Giustizia possa essere superata da qualcosa, dal momento che il diritto spesso è ritenuto necessario e sufficiente per ogni convivenza civile.

La risposta, collegata con il senso del saggio di Don Bignami, è stata data chiaramente da Giuseppe Bottaro, ordinario di Storia delle dottrine politiche, quando –  citando Charles Taylor e “La teoria della giustizia” di John Rawlssi è soffermato sulla carità, solidarietà e fratellanza, discendenti non da un dovere giudico ma da    un obbligo morale.

Obbligo morale, che per l’autore dovrebbe essere ontologico alla politica chiamata a “tenere insieme una comunità con legami di fraternità”, in quanto “non c’è politica senza amore e l’amore vero è sempre politico, nel senso che si occupa del prossimo senza altro interesse che il suo bene”, come si legge nella prefazione del cardinale Matteo Maria Zuppi.

Come pure in Gaudium et spes, citata nel saggio, dove viene indicato che “l’esercizio della politica  deve sempre svolgersi nell’ambito dell’ordine morale, per il conseguimento del bene comune”.

Mattarella alla 50^ Settinana Sociale di Trieste 2024 ha parlato di “analfabetismo democratico” con riferimento alla mancanza delle condizioni per capirci in campo politico – causa di sfiducia e astensionismo -, ha commentato Don Bignami,  ritenendo che “occorre rimettere insieme i fondamenti della politica, cioè il perseguimento del bene comune e non del consenso e del potere”.

E questo fino a dedicare un intero capitolo al rapporto tra “Liturgia e politica”, prendendo spunto dal cerimoniale non scritto che vede le autorità civili nella celebrazione sedute al primo banco alla destra del celebrante, come rappresentanti di tutti, ma che attraverso la liturgia della Parola e quella Eucaristica si “spostano” all’ultimo posto, facendosi servitori di tutti.

Ma per ottenere questo risultato, ha detto nel suo intervento Don Sergio Siracusano, Direttore Ufficio Diocesano per i Problemi sociali e il lavoro, bisogna curare la formazione dei giovani che vogliono impegnarsi in politica con  lo studio della Dottrina Sociale della Chiesa, in modo che si vada nella direzione della “famiglia prima della politica e la politica al servizio della famiglia”, per poi sostenerli e renderli più forti a portare avanti le loro istanze nei contesti in cui sono chiamati ad operare.

Argomenti che all’introduzione dei lavori, dopo i saluti a Fortunato Romano ideatore dell’incontro, erano stati anticipati dal presidente provinciale del MCL di Messina, Gaetano Lamberto, quando con il pensiero di  Giuseppe Dossetti ha invitato i politici cattolici alla convergenza, attraverso il dialogo, verso il bene comune.

La conclusione dei lavori, moderati da Elisa Furnari, presidente della fondazione “Ébbene”, è stata affidata ad Alfonso Luzzi, presidente nazionale del Movimento cristiano Lavoratori, sorpreso e soddisfatto della grande partecipazione.

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