Totó Cuffaro, travolto dalla nuova inchiesta giudiziaria palermitana, lascia la guida del partito e rassegna le dimissioni irrevocabili nelle mani del presidente Renato Grassi e del segretario organizzativo nazionale Pippo Enea.
Queste ultime indagini avevano dato il pretesto a Franco De Simoni di ritornare sull’argomento “simbolo DC”, ritenendo, forte di una sentenza (Cassazione SS.UU. n. 25999/10), il suo partito l’unico legittimato ad essere quello discendente dal soggetto fondato da Don Luigi Sturzo, prendendo nettamente le distanze dalla realtà politica rappresentata da Cuffaro.

Le dimissioni vengono raccolte con “rammarico” dagli onorevoli 𝐈𝐠𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐛𝐛𝐚𝐭𝐞, 𝐒𝐚𝐥𝐯𝐨 𝐆𝐢𝐮𝐟𝐟𝐫𝐢𝐝𝐚, 𝐍𝐮𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐀𝐥𝐛𝐚𝐧𝐨, 𝐂𝐚𝐫𝐥𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐞𝐫𝐢, 𝐀𝐧𝐝𝐫𝐞𝐚 𝐌𝐞𝐬𝐬𝐢𝐧𝐚 (assessore regionale Autonomie Locali) e 𝐑𝐨𝐬𝐞𝐥𝐥𝐢𝐧𝐚 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐡𝐞𝐭𝐭𝐚; oltre che dai vertici regionali 𝐋𝐚𝐮𝐫𝐚 𝐀𝐛𝐛𝐚𝐝𝐞𝐬𝐬𝐚 (presidente), 𝐒𝐭𝐞𝐟𝐚𝐧𝐨 𝐂𝐢𝐫𝐢𝐥𝐥𝐨 (𝐒𝐞𝐠𝐫𝐞𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨) 𝐏𝐢𝐧𝐚 𝐏𝐫𝐨𝐯𝐢𝐧𝐨 (s𝐞𝐠𝐫𝐞𝐭𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐨𝐯𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐅𝐞𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐥𝐞) e 𝐆𝐢𝐮𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐒𝐞𝐭𝐭𝐢𝐦𝐨 (s𝐞𝐠𝐫𝐞𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐨𝐯𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐢𝐥𝐞),
Gli esponenti siciliani, “𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐝𝐮𝐜𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐢 𝐞̀ 𝐮𝐧 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐳𝐢𝐨𝐬𝐨 𝐞 𝐟𝐫𝐚𝐠𝐢𝐥𝐞”, tengono a precisare che “la DC resta una comunità politica ispirata ai valori della legalità, solidarietà e servizio al bene comune”, e ribadiscono “la fiducia nel lavoro degli inquirenti e la volontà di collaborare affinché la verità emerga con chiarezza”.
È convocata per il 19 novembre a Palermo una Direzione Regionale Straordinaria, mentre il giorno dopo si riunirà il Consiglio Nazionale della DC, per esaminare ed accettare le dimissioni irrevocabili di Cuffaro e definire le successive decisioni organizzative.



