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BENZINAI SFRUTTATI a Barcellona, conti sbloccati alla Sikelia: I “CAPORALI” AI DOMICILIARI 

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Il Riesame di Messina, presieduto dalla giudice Maria Vermiglio, ha disposto il dissequestro patrimoniale dei 352.359,23 euro, somme bloccate sui conti della società “Sikelia Oil” s.r.l., che erano state vincolate ai fini della confisca diretta al momento dell’arresto avvenuto lo scorso ottobre, dei due amministratori, Maurizio Sebastiano Marchetta e Salvatore Biondo, entrambi 56enni, difesi dagli avvocati Ugo Colonna e Nino Aloisio,con l’accusa di caporalato. All’atto del sequestro per equivalente, il gip del Tribunale aveva accolto la richiesta della Procura diretta da Giuseppe Verzera di mantenere la possibilità di un sequestro per equivalente, da applicare in caso di incapienza dei conti societari, sui beni personali dei due indagati fino alla stessa cifra.

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Lo stesso Riesame ha invece rigettato il ricorso presentato dai legali difensori, che chiedevano contestualmente l’annullamento della misura cautelare degli arresti domiciliari per i due imprenditori indagati. Secondo la ricostruzione investigativa, Marchetta — presidente del Cda della Sikelia Oil a partire dal 1° dicembre 2022, legale rappresentante fino al 1° agosto 2023 e successivamente amministratore di fatto, oltre che proprietario del 25 per cento delle quote — avrebbe gestito la stazione di rifornimento di viale Sicilia, a Barcellona, insieme al socio Biondo. Quest’ultimo, legale rappresentante dal 1° agosto 2023 e amministratore di fatto, sarebbe stato inoltre il referente diretto dei dipendenti, in particolare degli addetti alle colonnine di erogazione del carburante. Entrambi sono accusati di avere impiegato lavoratori in condizioni ritenute non regolari, con turni superiori e retribuzioni ridotte rispetto agli standard previsti. Alla luce degli elementi raccolti – il Tribunale del Riesame ha confermato gli arresti domiciliari per i due indagati, per i quali permane l’obbligo del braccialetto elettronico e il divieto di allontanarsi dalle rispettive abitazioni senza autorizzazione. È inoltre fatto divieto di comunicare con persone diverse da conviventi o assistenti.

Un’indagine che dopo la coraggiosa denuncia nel 2023 di uno dei dipendenti licenziati è andata avanti anche con intercettazioni telefoniche e ambientali delle Fiamme Gialle.

In più occasioni i dipendenti avrebbero incontrato Marchetta e Biondo manifestando loro le rimostranze e il malcontento soprattutto per le trattenute giustificate da ammanchi di cassa, per non aver ricevuto il pagamento degli straordinari e dei permessi mai goduti. Ma i due amministratori, sostiene l’accusa, “erano soliti rispondere testualmente “se vi piace è cosi. Se non vi piace, siete liberi di andarvene”.

Marchetta, architetto già vice presidente del consiglio comunale in quota An ed iscritto alla massoneria del Longano, è per cosi dire una vecchia conoscenza delle cronache barcellonesi. Passò dall’essere l’enfant prodige della destra barcellonese a dichiarante e poi collaboratore di giustizia con l’operazione antimafia “Sistema” ma non è stato ritenuto attendibile nelle sue dichiarazioni.

(Giovanni Luca Perrone)

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