Una óla dei tifosi austriaci coinvolge tutti gli spettatori dell’Arena.

Con un 6-1, 6-3 su Misolic, Flavio Cobolli porta gli azzurri sul 2-0 e quindi in semifinale dove venerdì la nazionale italiana affronterà il Belgio guadagnando questo privilegio dopo avere sconfitto la Francia. Nel primo singolare Matteo Berrettini vince su Rodiniov con un 6-3, 7-6 (7-4) in un’ora e 46 minuti di gioco dichiarando: «Nella difficoltà di un incontro trovo la forza di risollevarmi pensando che non sto giocando solo per me ma per il mio team, la mia famiglia, i miei sostenitori!”. Non si è giocata la terza sfida, il doppio Bolelli-Vavassori, che avrebbero dovuto affrontare Erler-Miedler. L’Italia, senza Sinner e Musetti, adesso guarda all’obiettivo: trionfare per tre anni di fila. Gli azzurri di Volandri non perdono in Coppa Davis dallo 0-3 contro il Canada di due anni fa nella fase a gironi. Da allora 11 sfide tra nazioni e altrettante vittorie.

Essere in quest’arena e vivere uno sport all’insegna del rispetto e dell’educazione: è questo ciò che abbiamo vissuto in quelle ore di grande calore ed emozione, dall’inno di Mameli cantato, in apertura, da Francesca Michielin, all’ “onda” proposta dagli ospiti austriaci seguita dai “padroni di casa” (una tifoseria da stadio di calcio ma contenuta dai giudici di gara con un solo “grazie”, per richiamare al silenzio) avanzata energicamente per tutta l’arena senza alcuna distinzione di genere o razza che ha reso possibile un incontro colmo di calore con una performance da parte dei tennisti in campo degna e professionale. Abbiamo apprezzato molto la stretta di mano di Cobolli al team austriaco, non un gesto dovuto ma sentito (un componente del team era impegnato in un colloquio e Flavio ha educatamente aspettato per la stretta di mano).

Ma come tutte le cose belle c’è un inizio ed una fine: stamattina si riparte, siamo sul nostro taxi vicino la stazione centrale e sulla corsia opposta vediamo un furgone ed uno sciame di macchine della Davis Cup scortati dalla polizia, sui mezzi i tennisti che si apprestano ad affrontare nuove sfide sportive e noi ad affrontare quella di ritornare in quel di Barcellona Pozzo di Gotto sperando nella puntualità e nelle coincidenze dei mezzi pubblici (treno, aliscafo, treno), una sfida quando si vive non solo al Sud ma in un’isola come la Sicilia, terra amata da tutto il mondo ma spesso lasciata alla mercé di un sistema corrotto e privo di amor comune… ma si sa la vita è una sfida continua e noi siciliani non molliamo… mai!!!
Intanto è stato un piacere rappresentare ad un evento così importante, la nostra Testata Giornalistica on line “Sicilia Tabloid”.
(dalla nostra inviata a Bologna Carmen Trovato, con la collaborazione di Alfredo Anselmo)



