Una riforma nata per proteggere rischia di trasformarsi in un incubo giudiziario.
Probabilmente molti cittadini liberi, ancora prima di addentrarsi o di farsi spiegare i dettagli tecnici, riescono a valutare quella che è la proposta di legge “sul consenso” che serve, forse per alcuni, a ridefinire la violenza sessuale.
In realtà sembra più un’azione ideologica, figlia dell’ideologia “woke” , che non nasce nei tribunali, ma nei nuovi laboratori ideologici che abbiamo cominciato a conoscere, amare o odiare.
Mi tornano in mente le operazioni che volevano fare con le statue, per alcuni dovevano essere abbattute perché “non sessualmente corrette”.
Troppa retorica e poco diritto?
Ma il punto vero qual è?
Credo sia molto semplice, la violenza sessuale deve essere punita e punita con forza. Stop.
Già il nostro ordinamento è in grado di gestire questi crimini, anche senza resistenza fisica, il problema non è per niente la legge.
Questa proposta invece fa una cosa a mio parere molto pericolosa, perché finge ideologicamente di risolvere il problema, cambiando qualche parola, fondando il reato su un elemento che è impossibile da provare, tranne che non si usino registrazioni audio o video delle performance o con testimoni oculari.
Quindi?
Quindi è una legge inutile e inapplicabile, anzi modifica l’onere della prova, trasformando l’indiziato in colpevole potenziale e non so quanto possa essere in linea con la nostra Costituzione.
Alla fine il centrodestra ha fatto bene a dare una frenata alla legge, nonostante avesse già approvato alla Camera, perché anche le persone mediamente intelligenti capiscono che è impossibile chiedere ad un innocente di dimostrare e documentare un consenso e non è una questione di maschilismo. Questa norma rischia di diventare un incubo giudiziario potendo rovinare vite, famiglie e reputazioni.
Dall’altra parte dell’emiciclo invece, si usa questa norma come arma politica, come se chi fosse contrario fosse anche complice delle violenze sulle donne.
Strumentalizzazione di un tema molto importante, ma tipica di alcune aree politiche.
Per prevenire la violenza e aumentare la tutela delle donne, bisogna incrementare la formazione, avere processi più veloci e strumenti seri, non leggi ideologiche che non sono applicabili.
