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Tutti per la Pace ma… siamo in Guerra!

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Palestina a Capo D’Orlando.

Si è svolta l’ennesima conferenza dove si parla della striscia di Gaza… e non solo. Non sono una giornalista, per questo mi permetto di trasferire quello che mi è “passato” e ciò che mi è rimasto.

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Il monologo di Donatella Ingrillì ha aperto la serata con una performance tratta da un reportage che parla di verità in uno scenario di guerra, fra neonati morti di freddo e bambini rimasti mutilati  feriti non solo nel corpo…ma questo è troppo crudele da raccontare, meglio pigiare il tasto del telecomando e vedere qualcosa di più leggero: intanto il genocidio si consuma senza tregua.

Segue il giornalista Carmelo Giuffrè che, con grande chiarezza, mette in evidenza l’obiettivo della conferenza che non è cercare il colpevole ma sottolineare la terribile verità che si nasconde dietro una guerra, la morte di esseri innocenti: purtroppo il suo intervento non basta per fermare il fiume di informazioni di Renè Abu Rub, attivista palestinese, che parla di terre sottratte dai coloni israeliani ai contadini palestinesi e del suo grande sogno di una “Palestina libera e sovrana”… anche qui meglio fare zapping e cercare uno show esilarante: intanto i bombardamenti non smettono di uccidere e ferire.

È la volta di un video collegamento da Gaza con un medico, il dottor Marwan Alhams, direttore degli ospedali da campo di Alnajar-Rafah e Gaza, che sottolinea la drammatica situazione che giornalmente vivono all’arrivo continuo di feriti e morti nelle strutture prive di qualsiasi strumento utile per salvare vite umane, senza aiuti umanitari per via di valichi chiusi che impediscono anche l’accesso di mezzi pesanti per rimuovere macerie e immondizia… però meglio cambiare canale e cercare un talk show dove la destra fa finta di contrastare la sinistra e viceversa (perlomeno sappiamo che fingono!): intanto si spengono le speranze di tante vite.

Presente la casa editrice Mesogea che invita a guardare “anche con il cuore” l’esposizione allestita al LOC delle tavole autografate da disegnatori italiani illustri: Crepax, Vauro, Manara, Pazienza, artisti che hanno realizzato il portfolio Kufia “matite italiane per la Palestina“ nel 1988… sì più di 35 anni fa si urlava al genocidio, si mostravano le atrocità insieme ed uniti nella speranza che le urla venissero ascoltate: meglio sfogliare un giornale e commentare i gossip del momento (tanto passa…): intanto le macerie delle abitazioni distrutte nascondono vivi e morti.

Un altro collegamento ed a parlare questa volta Gabriele Cammarata, uno psicoterapeuta e operatore sanitario che parla di farmaci sperimentati su prigionieri palestinesi, di corpi che non vengono restituiti ai familiari e da cui vengono estratti gli organi, dei disturbi cronici traumatici trattati con allucinogeni ed elettroshock, ricordando che quest’ultima tecnica oggi affinata (TEC) viene proposta come rimedio al quale ricorrere solo nei casi più gravi seguendo le linee guida del Ministero della Sanità nel 1999, di fatto applicata anche sui bambini in prima battuta in alcuni dei 1400 casi trattati,: anche in questo caso meglio non leggere nè ascoltare per non creare ansie: intanto la speranza di ritrovare un senso di umanità si affievolisce sempre di più.

L’intervento dell’avvocato Patrizia Corpina oltre a sottolineare la necessità di unirsi per far sentire il nostro grido disperato “BASTA GENOCIDIO” lancia una proposta per boicottare i prodotti Made in Israele: invita a scaricare un’applicazione, BDS ITALIA, che aiuta a scansionare i prodotti e boicottare gli introiti che alimentano sistemi bellici che alimentano disagi morte e distruzione.

Apriamo il nostro cuore e guardiamo dentro le nostre anime: non si tratta di Israele che attacca la Palestina ma purtroppo la psicopatia sociale e l’indifferenza che ci rende immobili mentre tutto scorre…

(Carmen Trovato)

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