La morte di Sara Campanella ha scosso profondamente le comunità di Misilmeri e Messina, lasciando un vuoto incolmabile. Il suo funerale, celebrato nella chiesa di San Giovanni Battista, è stato un momento di grande commozione e partecipazione.

Un addio straziante.
La chiesa era gremita di persone, tra familiari, amici e conoscenti, tutti uniti nel dolore per la perdita di Sara.
La bara, avvolta da una maglietta con la scritta “No violenza”, è stata accompagnata dall’urlo straziante del cugino Giampiero: “Sara vive”, un grido di dolore e di speranza che ha risuonato tra le navate.
L’arcivescovo Corrado Lorefice ha celebrato la funzione, ricordando Sara come una giovane donna piena di vita e di sogni, strappata troppo presto all’affetto dei suoi cari.
Le parole di conforto e di speranza del sacerdote hanno cercato di lenire il dolore dei presenti, offrendo un messaggio di fede e di consolazione.
Il lutto cittadino.
In segno di rispetto e di lutto, i sindaci di Messina e Misilmeri hanno proclamato il lutto cittadino.
Le bandiere sono state poste a mezz’asta e un minuto di silenzio è stato osservato negli uffici comunali.
Questo gesto ha voluto testimoniare la vicinanza delle istituzioni alla famiglia di Sara e alla comunità intera, colpita da questa tragedia.
Un dolore condiviso.
Il funerale di Sara è stato un momento di dolore condiviso, in cui la comunità si è stretta attorno alla famiglia per offrire sostegno e conforto.
Il ricordo di Sara rimarrà vivo nei cuori di chi l’ha conosciuta, e la sua tragica morte ha acceso i riflettori sul problema della violenza di genere, sollecitando una riflessione e un impegno comune per contrastare questo fenomeno.
La morte di Sara Campanella è una ferita che non si rimarginerà facilmente, ma il suo ricordo continuerà a vivere, alimentando la speranza di un futuro in cui la violenza non abbia più spazio.



