Amburgo – La Classica di Amburgo ritrova la sua collocazione naturale di metà agosto e lo fa con un nome nuovo, assumendo per la prima volta la denominazione di ADAC Cyclassics dopo il cambio di sponsor. La corsa tedesca, ormai appuntamento fisso del calendario WorldTour, si presenta come una delle rare occasioni di gloria per i velocisti nel pieno della stagione, ma il tracciato di quest’anno sembra destinato a rendere più complessa la vita delle ruote veloci, lasciando aperti spiragli anche a corridori capaci di resistere sulle salite brevi e di sfruttare i momenti di confusione tattica.
La partenza avverrà da Buxtehude per un percorso di 206,8 km che, pur non presentando montagne vere e proprie, propone un dislivello complessivo di oltre 1600 metri. Dopo una prima parte interlocutoria, caratterizzata dalla lieve ascesa di Rosengarten che porta i corridori al punto più alto della giornata con i suoi 150 metri, la corsa si avvicinerà ad Amburgo entrando nel circuito decisivo dopo circa 66 km. È qui che farà la sua comparsa il Waseberg, il muro simbolo della classica, con i suoi 700 metri con una pendenza media del 10% e un picco che arriva al 15%, un trampolino micidiale che in passato ha visto tanti corridori tentare sortite coraggiose. Il circuito finale lo propone per ben cinque passaggi, due in più rispetto allo scorso anno, e ciò contribuisce a rendere la selezione più probabile, soprattutto nel tratto conclusivo. L’ultimo scollinamento è previsto a poco più di 15 km dal traguardo, lasciando poi spazio a un lungo tratto di pianura e discesa verso Amburgo, terreno ideale per ricompattare il gruppo ma anche per dare linfa vitale a chi avrà avuto la forza di anticipare. L’arrivo, leggermente in salita, rappresenterà un’ulteriore insidia, costringendo i velocisti a calibrare con precisione il momento dell’ultimo sforzo.
Gli occhi degli appassionati italiani saranno puntati soprattutto su Jonathan Milan. Il friulano della Lidl-Trek, fresco vincitore della Maglia Verde al Tour de France e secondo proprio ad Amburgo lo scorso anno, arriva con la voglia di cancellare il rammarico della passata edizione. Le sue condizioni fisiche, dopo un periodo di pausa dalle corse, lasciano presagire una forma brillante, e la presenza di compagni fidati come Consonni e Stuyven gli permetterà di muoversi con relativa tranquillità in vista dello sprint finale. Il suo nome campeggia in cima al gruppo dei favoriti, in un albo d’oro che parla italiano grazie ai tre successi consecutivi di Elia Viviani, tornato anch’egli al via con la Lotto, desideroso di rivivere almeno per un giorno i fasti del passato.
Il parterre dei rivali è però imponente. Paul Magnier, in grande spolvero al Giro di Polonia, sembra avere la gamba per misurarsi con i migliori, mentre Jordi Meeus, già quarto l’anno scorso, sogna il colpo in casa della Bora. La Alpecin-Deceuninck arriva con un’incognita, quella di Jasper Philipsen, reduce dagli infortuni del Tour, e con la carta più affidabile di Kaden Groves, corridore in grado di reggere anche nei finali più duri. La Intermarché ripone fiducia in Biniam Girmay, anche se l’eritreo non sembra aver ancora ritrovato la brillantezza del 2024. Sullo sfondo c’è poi l’ombra ingombrante di Wout van Aert, che la Visma ha deciso di schierare al posto di Olav Kooij. Il belga non è soltanto un velocista atipico, capace di reggere il confronto anche allo sprint, ma può trasformare la corsa in una sfida esplosiva con un attacco sul Waseberg, soprattutto se supportato da compagni come Christophe Laporte, al rientro dopo un lunghissimo stop.
Tra i possibili outsider spicca Arnaud De Lie, corridore dotato di grande resistenza sugli strappi, mentre tra i velocisti di scuola più classica non mancano i nomi di Dainese, Kristoff, Bennett, Gaviria, Démare, Ackermann e Bauhaus, tutti in grado di giocarsi le proprie carte se la corsa dovesse mantenersi sotto controllo. Anche Giacomo Nizzolo proverà a inserirsi, in quella che potrebbe essere una delle ultime apparizioni della carriera, mentre nella UAE Emirates XRG, Juan Sebastian Molano sarà la punta di riferimento, sebbene la squadra sembri orientata a movimentare la corsa con giovani come Del Toro, Christen e Morgado. Il resto del gruppo presenta corridori sempre pericolosi in contesti caotici con uomini da fuga, finisseur di talento e cacciatori di classiche che potrebbero approfittare della difficoltà delle squadre a controllare tutti i movimenti in un finale così complesso.
L’ADAC Cyclassics 2025 si annuncia quindi come una delle edizioni più incerte degli ultimi anni, soprattutp per la struttura del percorso, che con i cinque passaggi sul Waseberg e l’ultimo scollinamento a poco più di 15 km dall’arrivo, rende meno scontata la volata di gruppo. I velocisti puri hanno ancora la possibilità di scrivere il proprio nome nell’albo d’oro di Amburgo, ma per riuscirci dovranno resistere alle accelerazioni degli attaccanti e contare su un supporto costante dei compagni di squadra. Il traguardo, in leggera salita, rischia infine di favorire interpreti potenti e resistenti, capaci di lanciare lo sprint con tempismo perfetto. Jonathan Milan sembra avere le carte in regola per giocarsi il successo, ma gli avversari sono numerosi e di livello assoluto. Amburgo è pronta a regalare un finale incerto, come raramente si è visto negli ultimi anni, in una corsa che mai come stavolta potrebbe sfuggire al copione prestabilito.
