20.2 C
Milazzo

#Arte. Esposizione permanente delle opere sull’Amore di Michel Antony alla Galleria “Timeless” di Taormina

Pubblicato il :

Michel Antony, artista di origine malese, vive da molti anni sulla Costa Azzurra, nella zona della vecchia Nizza, dove ha aperto da parecchio tempo un atelier ben frequentato da personaggi di rilievo della cultura e dell’arte.

- Advertisement -

Il 23 marzo del 2024 è stato presente con tre opere rappresentative all’inaugurazione della Galleria Timeless di Taormina di Francesco Chinnici e Antonio D’Aveni, evento epocale nella splendida località del turismo internazionale, e alcune sue opere oggi vi si trovano in esposizione permanente.

Le tre sculture più conosciute della Timeless: “L’Amour flamboyant”, ”Afrodite” e “Aidos” che descrivono il suo sentire e il suo pensiero sull’amore. Possiamo sostenere che Michel Anthony ricerchi e trovi quanto in eterno gli appartiene, la speranza di un mondo in cui ogni creatura sia completamento dell’altra in una pace reale e trascendente situata nel suo intimo più profondo, nel sentimento di umanità; non a caso il cuore, ne “L’Amour flamboyant”, è il simbolo del suo cuore come dono e spazio comune a tutti gli esseri viventi. Al centro di esso è collocata la realtà esistenziale di Michel, e tra le due metà, in metafora anatomica, l’emozione e la causa di essa, la musica. Le due parti che si baciano ricordano due delfini, simbolo di fedeltà.

In “Afrodite” fa emergere dal corpo della Dea il cuore come parte superiore del corpo, ossia la mente, il pensiero, paucis verbis la testa che pensa col cuore. La plasticità resa dalle linee del movimento nello spazio, nella curvatura e nella flessione delle gambe incrociate della donna di bronzo, raffigura nell’intreccio degli arti l’unione; nessuna distanza si crea nella compattezza della scultura a sottolineare la “concretezza” e la necessità dell’amore, soprattutto di un amore universale che unisca i popoli di tutte le razze e di tutte le religioni senza recinti e confini fisici e mentali. Un’anima sola che comprenda e comunichi solo attraverso l’amore stesso, veicolo di se stesso, unico mezzo per un linguaggio artistico omnicomprensivo qual è il suo. La luce fluisce, si spande e si riflette sul lucido dei metalli, generatrice di un’energia positiva, la rivela in modo semplice, con l’umiltà dei grandi animi a cui non è difficile porre l’arte al servizio degli altri al di sopra di se stesso.

Consegna pertanto il suo messaggio alle sculture e preferisce eclissarsi affinché ciò che crea ci giunga in modo diretto. Nelle sculture l‘assenza di linee dure, l’assoluta prevalenza della rotondità tridimensionale è un canto d’amore e di bellezza stilizzata, sicuramente nel ricordo di una donna che ha dolorosamente perso, sensuale e sinuoso, elegantissimo che continua a vivere dentro di lui e a cui ridà vita evocandolo con una scultura astratta e semi figurativa, sensoriale e misteriosa; la sua arte è un unicum misto di lucidità metallica, chiara o scura e di calore e luce che si rifrange sul metallo animato e sublimato che parla di corpo e spirito. Come lui dice “racconto sogni e vibrazioni” con una scrittura semplice ma forte, dinamica ma stabile; dunque, ogni scultura è da cogliere trasformando l ’osservazione in un abbraccio.

Le opere “scure” possiedono un calore speciale e quelle di bronzo bianco un lucido quasi “glamour”. Il fascino femminile ammalia in due versioni diverse per  colore e luce e che insieme costituiscono la stessa cantica. Gli slanci di movimento sono una sintesi perfetta che coglie in sublimata stilizzazione e che fissa nelle sculture onde marine e movimenti di danza, nella sacralità di una divinità declinata al femminile che ispira. L’amore ardente è tale perché per Michel non vi è altro amore che quello che fa ardere e fondere in un unico fuoco le due fiamme gemelle, le due metà del cuore di bronzo chiaro e lucido, due metà si baciano e sono un tutt’uno. Il vuoto centrale non è assenza di spazio, ma metafora di una dimensione privilegiata che appartiene solo agli amanti.

In “Aidos”, fa del mito della dea greca della pudicizia, dell’umiltà e della vergogna intesa come dignità, una presenza femminile in bronzo scuro che è la sintesi di tutti e tre i valori di cui è portatrice. Sovrana l’umiltà che innalza e la vergogna, sua ancella, espressa dalla mancanza del volto intesa come riservatezza, in totale assenza di narcisismo. La pudicizia trova espressione nella compattezza del corpo rannicchiato che nasconde la fisicità più intima e l’interiorità psichica con eleganza e discrezione di posa. Dolci le linee rotonde e concluse in un unico blocco che nella staticità apparente cela i sinuosi movimenti delle curve scure. La luce conferisce calore al colore d’ebano fattosi pelle. In ”Aphrodite” fa fluire il femminino incarnato slanciandolo in equilibrio su un solo arto in uno spazio che non ha contesto, una dea assoluta che danza con i piedi intrecciati nel metafisico mondo dell’amore. Il suo pensiero, ovvero il cuore lucido è il capo che sovrasta il corpo in armoniosa plasticità di movimento nello spazio. Tutte e tre narrano, seppur in diverse declinazioni, che l’amore è assoluto.

(Giulia M. Sidoti)

- Advertisement -

Articoli Correlati

- Advertisement -spot_img
- Advertisement 4 -spot_img