“Ancora una volta la Consulta Giovanile di Milazzo, organo consultivo istituito e riconosciuto con voto unanime del Consiglio Comunale, è stata privata della possibilità di riunirsi nella propria sede naturale: l’Aula Consiliare del Comune di Milazzo. L’ennesimo diniego del Presidente del Consiglio Comunale Alessandro Oliva, arriva per la giornata odierna con la motivazione che l’aula può essere utilizzata solo in orari d’ufficio, cioè la mattina”. Così afferma in una nota Saverio Todaro, membro della Consulta giovanile.

“Una decisione che ha dell’assurdo: tutti sanno che la mattina gli studenti frequentano la scuola, i ragazzi del Servizio Civile svolgono attività nei progetti comunali e molti giovani lavorano. Imporre tali condizioni equivale, di fatto, a vietare alla Consulta di riunirsi e a svuotarne ogni funzione, rendendo impossibile l’esercizio di un diritto regolamentato. Non è una questione di orari – denuncia Todaro – ma di volontà politica. È evidente che qualcuno non vuole che la Consulta svolga il proprio ruolo. L’argomento dei vigili e del personale è diventato una scusa per negare costantemente l’aula, mentre per altri eventi o corsi comunali non si pone mai alcun problema. È un atteggiamento che mina la credibilità delle istituzioni e mortifica la voce dei giovani.”
“Il caso più grave si è verificato lo scorso 22 ottobre 2025, quando la Consulta aveva convocato un’assemblea pubblica alla presenza del Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, Prof. Giuseppe Lo Vecchio, per discutere temi di rilevanza sociale come disagio e devianza giovanile e l’adeguamento dello Spazio Neutro. Nonostante la presenza di una figura istituzionale di rilievo regionale, l’Amministrazione Comunale non ha ritenuto opportuno presentarsi. Assenti sia l’Assessore alle Politiche Sociali sia l’Assessore alle Pubblica Istruzione e persino il Presidente Oliva, che oltre a negare l’aula non si è collegato né ha inviato alcun rappresentante”.
“L’unico a mostrare un minimo di rispetto – racconta Todaro – è stato il Consigliere Lorenzo Italiano, che si è collegato brevemente per portare un saluto, salvo poi dover abbandonare la riunione. Il resto dell’Amministrazione ha preferito ignorare l’invito. È stato un episodio sconcertante: di fronte al Garante Regionale e a numerosi professionisti, la città di Milazzo si è mostrata come un’amministrazione assente, chiusa e sorda ai problemi reali dei giovani”.
“A causa del diniego dell’Aula Consiliare, la Consulta è stata costretta a riunirsi online, ospitando il Garante Regionale e gli altri partecipanti in videoconferenza. Abbiamo dovuto accogliere un rappresentante della Regione Sicilia su una piattaforma digitale – sottolinea Todaro – perché il nostro Comune ci ha negato perfino una stanza. È stato umiliante, ma non abbiamo voluto far saltare l’incontro. Ci hanno tolto lo spazio fisico, ma non ci toglieranno la voce”.
“Il regolamento comunale è inequivocabile: l’articolo 17 stabilisce che “La Consulta Giovanile ha sede presso il Palazzo Municipale di Milazzo”. Nonostante ciò, da oltre quattro anni le richieste ufficiali di individuare una sede stabile restano senza alcuna risposta scritta né verbale, mentre la Presidenza continua a imporre ostacoli burocratici e pretestuosi”.
“Il Presidente Oliva – continua Todaro – ha oltrepassato i limiti della correttezza istituzionale. Non è suo compito decidere quando e se un organo consultivo può esistere. Il suo comportamento secondo me rappresenta un abuso di potere, un atto di censura politica e una grave violazione del principio di rappresentanza. Chi presiede il Consiglio Comunale deve essere garante della democrazia, non un ostacolo al suo esercizio.”
“Va sottolineato inoltre l’ipocrisia dell’Amministrazione Midili : lo scorso 19 ottobre, a fronte di atti vandalici in piazza Perdichizzi, il gruppo “Fratelli d’Italia” del territorio di Milazzo non solo hanno commentato pubblicamente l’episodio, parlando di sicurezza e disagio giovanile, ma hanno anche invocato l’intervento delle istituzioni per tutelare i cittadini. Eppure, quando la Consulta Giovanile, organo istituzionalmente riconosciuto e preposto a discutere di devianza giovanile e disagio sociale, ha convocato un’assemblea con il Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza per affrontare concretamente questi stessi temi, nessuno della maggioranza comunale si è collegato o ha inviato un rappresentante. Questa contraddizione è evidente: si parla di devianza e sicurezza quando serve a fare propaganda, ma non si partecipa mai agli incontri istituzionali che affrontano il problema sul serio. Così, la città perde l’opportunità di costruire soluzioni concrete per i giovani e si perpetua un clima di ostilità e indifferenza verso chi rappresenta le nuove generazioni. Va sottolineato che il Sindaco Pippo Midili, non è direttamente coinvolto in questa vicenda: la responsabilità del diniego dell’Aula Consiliare ricade esclusivamente sul Presidente del Consiglio Comunale Oliva, che continua a ostacolare il funzionamento della Consulta Giovanile”.
Todaro chiede ora un intervento diretto del Sindaco di Milazzo e dell’Assessore alle Politiche Giovanili, Francesco Coppolino, affinché venga individuata immediatamente una sede ufficiale, accessibile e permanente per la Consulta Giovanile, come previsto dal regolamento comunale, e affinché si ristabilisca un rapporto di rispetto e collaborazione tra istituzioni e giovani.
“Milazzo non può diventare la città dove ai giovani si chiudono le porte in faccia. Non chiediamo privilegi- conclude-, chiediamo il diritto di partecipare, di proporre, di essere ascoltati. Chi tenta di zittirci non solo offende noi, ma tradisce lo spirito democratico di questa città”.
Ad essere contattato in esclusiva da Sicilia Tabloid il Presidente del civico consesso che ha chiarito la situazione. “Non e’ il caso di alzare un polverone mediatico perché personalmente non ho nulla contro la Consulta anzi c’è la nostra massima disponibilità in orari di ufficio senza aggravio di costi aggiuntivi per l’Ente in merito a personale e presenza di un vigile urbano- spiega Oliva-. Per queste ragioni il Consiglio comunale non è l’organo deputato a esperire tali disposizioni bensì l’Assessore al ramo e il Comandante della Polizia Locale. Se ricevo l’autorizzazione da chi di competenza, da parte mia non c’è assoluta chiusura anche se a dire il vero non essendo un sodalizio numericamente articolato si potrebbe richiedere anche un’altra sede comunale così come fatto con altre associazioni”.
(Giovanni Luca Perrone)



