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Bambole di Pezza, Wanted… Punk Pop italiano tutto al femminile

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Recensioni al primo ascolto, se serve pure al secondo e al terzo.

Non è che sia tanto ferrato sul Punk, ancora meno se si tratta di Punk tutto al femminile. Certo, se dovessi fare un nome al volo risponderei Patti Smith, grande maestra e capostipite del genere, Joan Jett e le Runaways, andando ai giorni nostri mi viene da pensare alle Pussy Riot e tenete sempre a mente che essere “Punk” in Russia oggi non deve essere una cosa facile. In Italia invece è d’obbligo menzionare le Kandeggina Gang (1979) capitanate da una giovane Jo Squillo… poi col tempo si cambia. Curiosità, non ci crederete ma negli anni 90, nell’areale di produzione del vino Mamertino, anche noi abbiamo avuto le nostre riot girls le “Tredicesimo Sabba” e io ho avuto il piacere di ascoltarle. All’alba del terzo millennio, nel 2002 a Milano (come le Kandeggina Gang), nascono le “Bambole di Pezza” ragazze Punk che parlano di tematiche legate alla lotta a favore dell’uguaglianza di genere e contro la violenza di genere e il sessismo. Hanno messo a segno alcuni brani interessanti come “Favole”, dal terzo album, dove insegnano come dire melodicamente a qualcuno “Hai rotto il cazzo” cit. o come la cover di “Freeway” dei Bee Hive. Nel 2025 esce il loro quarto album, “Wanted”.“…divertiti poco, lamentati tanto ma fallo in silenzio dietro un telefono. No in piazza! … compra, mangia, caga, lavora …” diciamo che come incipit non è male, mette abbastanza in chiaro il tono del disco. Sound granitico ma poco dinamico, suono distorto, chitarre affilate e testi graffianti, reverberi e synth a fetere. Diverse collaborazioni all’interno dell’album (featuring), come va di moda oggi altrimenti sembra che non si arriva da nessuna parte, una anche con J-Ax. In generale la bilancia punk, prima orientata verso il rock, pende decisamente verso il pop melenso con diversi brani che ti portano a pensare a Mahmood, Annalisa, Rihanna, Katy Perry e altri, a poco valgono i muri di asce modello Korn o qualche uscita alla Marilyn Manson.Per dare giustizia al lavoro di produzione consiglio vivamente l’ascolto in cuffia o con un buon impianto, altrimenti rischiate di non capire una beneamata minchia di quello che dicono i testi e non apprezzare il lavoro di arrangiamento che in ogni caso è notevole. Personalmente non mi ha fatto impazzire. Ricordate sempre che tutto quello che scrivo e IHMO, l’importante è che, prima di non essere d’accordo con quello che ho scritto e che penso, lo ascoltiate.

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(TadDJ)

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