La Guardia di Finanza di Messina ha smascherato un articolato sistema di truffe finanziarie che ha coinvolto 39 ignari investitori, per un ammontare complessivo di oltre 3 milioni di euro. Al centro dell’inchiesta un soggetto calabrese, indagato per abuso dell’attività finanziaria, truffa e autoriciclaggio.
Il provvedimento di sequestro, emesso dal giudice per le indagini preliminari di Barcellona Pozzo di Gotto su richiesta della procura diretta da Giuseppe Verzera, ha consentito di bloccare beni mobili, disponibilità finanziarie e numerosi conti correnti esteri riconducibili all’indagato.
Le indagini delle Fiamme Gialle, partite dalle denunce di nove persone, hanno permesso di ricostruire una rete di società estere fittizie, prive di reali strutture operative, utilizzate per occultare la provenienza illecita dei fondi e reinvestire i proventi delle truffe. Gli investitori, principalmente residenti nei comuni del litorale tirrenico messinese, sarebbero stati convinti della bontà delle operazioni finanziarie proposte da soggetti con esperienza nel settore della consulenza, senza però mai ottenere la restituzione del capitale né gli interessi promessi.
Attraverso un complesso lavoro di tracciamento dei flussi di denaro e la cooperazione internazionale con Eurojust, sono stati individuati 41 conti correnti, anche virtuali, attivi in undici Paesi europei – tra cui Francia, Germania, Lussemburgo, Malta e Regno Unito – sui quali sono stati emessi i relativi “Freezing Certificates”, equivalenti ai sequestri italiani, per un valore totale di 3.069.800 euro.
L’operazione, sottolinea la Guardia di Finanza, testimonia la sinergia tra le autorità italiane e gli organismi europei nella tutela dei risparmiatori, spesso vittime di condotte fraudolente legate all’abusiva gestione del risparmio.



