Dopo un’odissea giudiziaria di ben nove anni tra processi penali e tre diversi pronunciamenti della Corte di Cassazione, l’imprenditore Immacolato Bonina, neo presidente onorario dell’Igea Virtus, è stato assolto definitivamente, con la formula più ampia: «Perché il fatto contestato non sussiste». Si chiude, con un verdetto definitivo, il calvario di Immacolato Bonina, l’imprenditore barcellonese della grande distribuzione che, per quasi un decennio, è stato al centro di un procedimento penale dai contorni critici. La Corte di Cassazione, sesta sezione penale, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal procuratore generale Felice Lima contro l’assoluzione pronunciata dalla Corte d’Appello, chiudendo definitivamente una vicenda giudiziaria iniziata nel 2016 e caratterizzata da condanne, rinvii e infine assoluzioni. Il sessantenne
Immacolato Bonina, amministratore delegato della C.S.R.S. spa – la società che gestiva la piattaforma di acquisto e distribuzione delle merci destinate ai supermercati del gruppo – difeso dall’avvocato Francesco Aurelio Chillemi, era stato accusato di avere costretto 22 dipendenti, sotto la minaccia di licenziamento, a firmare un contratto di solidarietà che prevedeva una riduzione dell’orario di lavoro a 28 ore settimanali, mentre in realtà le maestranze avrebbero continuato a prestare servizio per 40 ore. Contestualmente, gli era stato attribuito anche il reato di indebita percezione dei contributi Inps connessi a quel contratto di solidarietà.
La Cassazione, sesta sezione penale, ha respinto l’impugnazione del procuratore generale di Messina, confermando la piena legittimità della decisione di assoluzione.
(Giovanni Luca Perrone)
