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Barcellona. Ie proposte del Psi sull’ospedale

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Il Partito Socialista Italiano di Barcellona sull’ospedale: oltre la protesta la proposta “una struttura riabilitativa di lungodegenza per malati cronici”

Ieri pomeriggio alle 15:30 nella sala preconsiliare del Comune di Barcellona Pozzo, il coordinamento cittadino del Partito Socialista Italiano ha incontrato la stampa per discutere sulla loro proposta di riforma della sanità regionale e soprattutto dei problemi dell’ospedale di Barcellona e del relativo Pronto Soccorso.

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Erano presenti il segretario cittadino Cosimo Recupero, il segretario provinciale Amedeo Gitto, il medico già in servizio del Pronto Soccorso di Barcellona Paolo Calabró e l’ex direttore dell’Opg “Vittorio Madia” Nunziante Rosania.

Dopo i saluti introduttivi da parte del segretario cittadino, Cosimo Recupero, che ha spiegato il motivo di questa conferenza stampa, la quale fa seguito al convegno sullo stesso tema di qualche settimana fa tenuto al Parco La Rosa e nel quale il Psi ha rappresentato la propria idea di riforma della sanità: “Proteste ne abbiamo fatte tante, non è cambiato nulla, dobbiamo passare adesso alla fase delle proposte. Porto i saluti del dott. Milici che si scusa di non essere potuto essere qui”. Successivamente ha preso la parola il segretario provinciale Amedeo Gitto, che nel ringraziare e salutare gli intervenuti ha ricordato che: “il nostro impegno sull’ospedale nasce da molto tempo, con tante attività svolte”.

A questo punto si è passato ai due relatori che sono entrati sul vivo del tema, il primo a prendere la parola è stato il dott. Paolo Calabró che all’inizio ha fatto una cronistoria di quello che è successo al pronto soccorso di Barcellona che “non è un fatto improvviso, ma è stato il risultato di un percorso che nasce negli anni. É stato smontato negli anni, pezzo dopo pezzo”. Calabrò ha proseguito parlando della sua esperienza da medico internista: “Sistematicamente denunziavo ciò che si verificava all’interno dell’ospedale di Barcellona e sapevo che irrimediabilmente saremmo arrivati alla chiusura.

Il mio impegno non era per nulla ascoltato, né dalla politica né dall’azienda e considero l’azienda il braccio armato della politica”.

Calabrò ha spiegato ciò che è successo in questi anni, dalla soppressione di alcuni reparti, al trasferimento di personale che ha portato a questa situazione che scaturisce nella soppressione del pronto soccorso, con scelte dell’azienda, stimolata dalla politica, soprattutto dopo la conversione ad ospedale COVID, difesa anche dalla deputazione dell’epoca. Successivamente Calabrò ha evidenziato come la discussione “guardacaso si rinvigorisce” a ridosso delle elezioni amministrative, con “iniziative a scopo politico e clientelare”. Il Pronto Soccorso di Barcellona tecnicamente non è più attivabile, perchè mancano le figure specialistiche, i supporti specialistici, cardiologi, anestesisti, chirurghi ecc…” per tutto questo, in base a quanto sostiene Calabrò, la riapertura di cui tanto si parla ultimamente è fortemente a rischio “che non riesco a comprendere come possa funzionare”.

Passando a questo punto alla proposta che ha il Psi per questa struttura, Calabrò ha afferma che “l’unico modo è quello di organizzare un punto di primo intervento dove il cittadino possa rivolgersi per patologie di lieve e media entità” visto che le statistiche dicono che la maggior parte dei casi di Pronto Soccorso siano in codice bianco e verde” , anche la fantomatica “esternalizzazione ha carattere strumentale, perchè non vedo come possa reggere su queste basi dato ci vuole una certa continuità dei reparti e dei medici”. concludendo il suo intervento, Calabrò è passato “dalla protesta alla proposta e si è pensato di fare una struttura riabilitativa al di fuoi dell’area di emergenza/urgenza, con reparti dedicati ad infettivologia, pneumologia, dermatologia, gastroenterologia, geriatria ed endocrinologia, con un centro diagnostico avanzato con TAC, RMN E PET. Un centro di medio soccorso che possa gestire le patologie che non abbiano delle acuzie tali da essere gestite dal P.S. che faccia da interfaccia con quest’ultimo”, praticamente struttura di lungodegenza per malati cronici e l’area dell’emergenza dovrebbe andare Milazzo, che ovviamente dovrebbe essere adeguato al ruolo che dovrebbe avere e che ha tutt’ora, infatti il Pronto soccorso di Milazzo si trova in continua difficoltà ma non per colpa della chiusura di quello di Barcellona”.

Successivamente alle disamine di Calabrò, ha preso la parola il dott. Nunziante Rosania affermando che “il Psi ha seguito la vicenda sanitaria dell’Asp nel suo complesso, per cercare di capire quali fossero le soluzioni da mettere in campo e chiaramente avanzare delle proposte”. Rosania ha spiegato che il Psi è stato sempre al fianco dei cittadini organizzando manifestazioni che hanno coinvolto la cittadinanza tuttavia senza avere avuto risposte sui quesiti che abbiamo posto. “Non abbiamo piena coscienza di un piano regionale sanitario efficace e la ristrutturazione della rete ospedaliera nelle sue varie realtà provinciali in particolare”. Rosania si è poi soffermato sugli aspetti di natura riorganizzativa, soprattutto per quello che sarà la medicina del futuro. Per le innovazioni, per esempio, che può portare l’intelligenza artificiale. “Le carenze di medici ed infermieri che oggi mettiamo in evidenza, è un dato che  ci dice come in termini di prospettiva, avremo una medicina che conoscerà una rivoluzione completa, nelle metodologie, nelle terapie diagnostiche e quant’altro e il personale sanitario di cui avremo necessità, sarà caratterizzato dal padroneggiamento di queste nuove tecnologie, avendo bisogno di meno medici e meno infermieri. Un cambiamento strutturale nei confronti delle patologie e soprattutto quelle croniche che riguarderanno una popolazione che invecchia”. Rosania h continuato spiegando come dovrebbe riorganizzarsi in un nuovo modello la sanità e nel particolare l’integrazione della complementarità tra gli opedali di Barcellona e Milazzo. Una puntatina anche alla politica e cioè che di alcuni aspetti se ne devono occupare i tecnici e la “politica deve fare un passo indietro”. Anche Calabrò si è accodato dicendo che “la continua l’ingerenza della politica nella sanità non è più sopportabile”.

Alla prima domanda di Sicilia Tabloid sulle difficoltà di un solo Pronto Soccorso, anche se potenziato, in un comprensorio di oltre 100 mila abitanti, ha risposto Calabrò: “Se si organizza nella maniera giusta e con competenze, con l’organizzazione nelle mani dei tecnici, quelli che dovrebbero essere competenti, allora si potrebbe fare bene. Certo se si chiudesse il PS di Barcellona, lasciando Milazzo così com’è la situazione peggiorerebbe”.

Alla seconda domanda della nostra Testata giornalistica, ovvero se, secondo il Psi, la politica locale sul tema del Pronto Soccorso faccia solo proclami per la prossima campagna elettorale, Paolo Calabrò ha così risposto: “É dal 2020 che noi crediamo che l’ospedale di Barcellona non funziona, che andrà a chiudere. Nel 2026 ci saranno le elezioni amministrative, guardacaso l’ospedale di Barcellona ora pare che interissi un po’ a tutti, anche a quelle forze politiche che fino a ieri si erano disinteressate”.

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