Il segretario cittadino di “Azione”, il medico di base, Fabrizio Zingales ed Emilio Puglisi Allegra, anche lui medico e vice segretario provinciale di Azione, intervengono sulla situazione dei colleghi, prendendo ad esempio la dott.ssa Maddalena Carta.

“La morte della dottoressa Maddalena Carta è lo specchio impietoso di un sistema sanitario che da troppi anni scarica sulle spalle dei medici di famiglia il peso delle sue falle.
Per noi di Azione la sanità è sempre stata una priorità. Ma in Italia il medico di base è stato trasformato nel “tuttofare” del SSN: ha gli oneri e i doveri di un dipendente, ma senza nessuna delle tutele di un dipendente. Ferie, malattia, sicurezza: diritti elementari che a loro vengono negati come se fossero privilegi.
E qui sta l’assurdo: in ogni settore, dalla fabbrica all’ufficio, la sicurezza del lavoratore è considerata sacra. Solo ai medici di famiglia sembra concesso lavorare fino a cadere, senza limiti, senza protezioni, senza sostegno. Una disparità intollerabile che mette a rischio non solo la loro salute, ma, per converso, anche quella dei cittadini che assistono.
E intanto la politica continua a raccontarci la favola della “vocazione”, della “missione”. Una retorica tossica, che trasforma i medici in martiri e legittima un sistema che li consuma fino allo stremo. Maddalena è morta perché ha anteposto i suoi pazienti a sé stessa, coprendo da sola 5.000 persone: un sacrificio che non doveva essere né richiesto né accettato.
E questo è inaccettabile. E non è un problema solo della Sardegna: può accadere a Messina, a Bolzano, a Roma. Perché ovunque la medicina generale è stata abbandonata a un modello fatto di burocrazia, anglicismi vuoti e riforme calate dall’alto, mai pensate da chi un ambulatorio lo vive davvero.
Noi chiediamo al Governo di smettere di inseguire riforme che non sono e non saranno mai “nostre” e di cominciare da un punto semplice e concreto: ridare dignità e diritti ai medici di famiglia. Perché senza di loro, non c’è sanità pubblica che regga.
Basta eroi. Basta martiri. Pretendiamo solo che i medici siano messi in condizione di fare il loro lavoro con la serenità e tutte le tutele adeguate a chi svolge un lavoro così delicato e fondamentale”.
