Contrastano ogni accusa i due soci imprenditori arrestati per il reato di caporalato dalla Guardia di Finanza lo scorso 24 ottobre riguardo la gestione della stazione di servizio “Sikelia Oil ” di via Sicilia. L’ex collaboratore di giustizia Maurizio Marchetta e Salvatore Biondo, entrambi 56enni, comparsi davanti al giudice Giuseppe Caristia per l’interrogatorio di garanzia, hanno risposto a tutte le domande del Gip difendendosi con ogni mezzo e fornendo la loro versione dei casi denunciati dagli addetti al rifornimento . Nessuno sfruttamento, secondo il costruttore e il socio, storicamente impegnato nel settore della distribuzione carburanti, che hanno ribaltato il racconto dei dipendenti ed hanno offerto la loro interpretazione delle conversazioni intercettate. Con loro c’erano gli avvocati difensori Ugo Colonna e Nino Aloisio, che ora valutano il ricorso al Tribunale della Libertà.

Dopo l’interrogatorio i due titolari hanno chiesto al giudice la scarcerazione, ma l’istanza dei legali è stata respinta. Marchetta e Biondo, quindi, per il momento restano ai domiciliari col braccialetto elettronico, come disposto dallo stesso giudice Caristia su richiesta della Procura di Barcellona. La versione dei due titolari della “Sikelia Oil”, quindi, al momento non sembra aver convinto il Gip , che sul piano cautelare continua a ritenere opportuni gli arresti, anche a fronte degli accertamenti che sono ancora in corso. Rilievi che sono in mano al procuratore capo di Barcellona Giuseppe Verzera. Il magistrato ha spiegato di aver seguito personalmente l’indagine perché è massima l’attenzione degli inquirenti contro un fenomeno illegale come quello dello sfruttamento dei lavoratori. La Procura ha anche chiesto ed ottenuto il sequestro di oltre 352 mila euro sui conti correnti della società.
E’ stato un ex dipendente dell’impianto a dare il via al lavoro dei finanzieri , raccontando di essere stato licenziato dopo aver lamentato il trattamento lavorativo riservato agli operatori dell’impianto di distribuzione carburanti che sorge nei pressi della stazione ferroviaria. Un’area di servizio all’avanguardia, che conta anche un motel per i camionisti. Almeno un altro lavoratore ha confermato alle Fiamme Gialle il racconto del denunciante, che ha parlato di buste paga ridotte rispetto ai turni effettivi di lavoro, vessazioni sul lavoro , straordinari non pagati.
Ecco cosa scrive il gip Caristia sulla vicenda del caporalato ai nove dipendenti. Per esempio il fatto che emerge nitidamente dagli atti come entrambi gli indagati, nella loro veste di amministratori di diritto e di fatto della società Sikelia Oil srl, in maniera pressoché costante, hanno gestito il rapporto di lavoro dei dipendenti in modo da porre questi ultimi in condizione di disumano sfruttamento, nonostante il loro stato di bisogno e le loro precarie condizioni economiche. Perché hanno imposto ai lavoratori non meglio precisate, quanto arbitrarie, trattenute sulla retribuzione, li hanno privati delle mensilità aggiuntive e, soprattutto, hanno sistematicamente corrisposto loro una retribuzione di gran lunga inferiore alla quantità di lavoro effettivamente svolto senza riconoscimento di alcuna maggiorazione per il lavoro straordinario, notturno, festivo e domenicale.
E quando qualcuno protestava, la frase dei due ai dipendenti era sempre la stessa: «Se vi piace è così. Se non vi piace, siete liberi di andarvene».
(Giovanni Luca Perrone)



