Si presentava come un uomo capace di “muovere le giuste leve”, uno che avrebbe potuto garantire un posto fisso all’Anas, l’azienda che gestisce le strade italiane. Bastava soltanto un “aiuto economico”, diceva. Dietro quella promessa, però, si nascondeva un raggiro crudele che, per mesi, avrebbe prosciugato risorse, energie e dignità a una persona fragile.
È la storia che ieri mattina ha portato all’arresto di un 33enne di Brolo, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Patti, dottor Andrea La Spada, su richiesta della Procura della Repubblica di Patti.
L’uomo è gravemente indiziato dei reati di estorsione e truffa aggravata, commessi – secondo quanto emerge – ai danni di una persona vulnerabile nel comune di Ficarra, tra l’agosto 2024 e oggi.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il trentatreenne avrebbe dapprima conquistato la fiducia della vittima con modi convincenti e un linguaggio da “addetto ai lavori”. Gli avrebbe fatto credere di poterlo aiutare a ottenere un impiego pubblico all’Anas, in cambio di una somma di denaro. Ma il sogno di un lavoro sicuro si sarebbe presto trasformato in un incubo. Una volta ricevuti i primi pagamenti, l’uomo avrebbe cominciato a pretendere altre somme, questa volta accompagnando le richieste con minacce e aggressioni fisiche, fino a ridurre la vittima in uno stato di paura e totale sottomissione.
L’attività investigativa, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Patti e coordinata dalla Procura della Repubblica di Patti, ha permesso di raccogliere gravi elementi indiziari. Gli inquirenti hanno ascoltato la persona offesa, analizzato tabulati telefonici, celle di aggancio e altri riscontri tecnici, delineando un quadro chiaro e coerente delle condotte attribuite all’indagato. Secondo quanto riportato dal GIP, l’uomo avrebbe ideato con lucidità un piano criminale complesso, basato su un “castello di menzogne”, tanto da non fermarsi neppure davanti alle difficoltà economiche disperate della vittima.
Nell’ordinanza, il giudice parla di “assoluta spavalderia e spregiudicatezza”, sottolineando come l’indagato abbia saputo sfruttare con cinismo la vulnerabilità della persona offesa, soggiogandola con una serie di minacce gravi e ripetute.
La misura cautelare è stata disposta per evitare il pericolo di inquinamento delle prove e la possibilità di reiterazione del reato, considerata la gravità e la violenza dei comportamenti accertati nella fase delle indagini. L’uomo si trova ora agli arresti domiciliari, in attesa delle successive fasi del procedimento giudiziario.



