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Calcio Eccellenza Gir. B – Jonica ai playout, una beffa dal sapore amaro (e razzista)

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Santa Teresa di Riva – La sconfitta interna contro il Milazzo condanna la Jonica a disputare i playout.

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Il regolamento prevede che, con un distacco di almeno 10 punti tra due squadre in classifica, non si debbano disputare gli spareggi salvezza. I santateresini, però, hanno chiuso il campionato a +9 sul Real Siracusa Belvedere. Fin qui nulla di anomalo. Il Real Siracusa, infatti, nell’ultima giornata, è riuscito negli ultimi minuti a rimontare due reti di svantaggio contro il Mazzarrone, conquistando il punticino che gli permette di giocarsi la permanenza in categoria ai playout contro la Jonica.

Non solo…. la Jonica è stata anche superata dalla Leonfortese, vittoriosa in casa contro il Città di Avola. Quest’ultima, pur dovendo ancora disputare i playoff promozione, sembrava più con la testa in vacanza. Ma si sa, le partite iniziano sullo 0-0 ed il pallone è rotondo… Anche in Serie A si sono visti scudetti persi clamorosamente all’ultima giornata contro le ultime in classifica (vedi l’Inter contro il Mantova o la Roma contro il Lecce).

Eppure, è proprio da Città di Avola che inizia la vera sventura della Jonica. Il punto mancante, quello che oggi avrebbe garantito la salvezza diretta, è figlio di una vicenda amara e paradossale. Alla 5ª giornata, durante la sfida contro i siracusani giocata al Comunale di Santa Teresa di Riva, il giocatore giallorosso Alegria Florez Jairo fu vittima di cori razzisti provenienti dalla tifoseria ospite. Al 38′ del secondo tempo, esasperato, si sedette a terra rifiutandosi di proseguire. Persino il capitano del Città di Avola, Pierpaolo Ruiz, tentò invano di placare i propri tifosi. I compagni di squadra, in solidarietà con Jairo, abbandonarono il campo tornando negli spogliatoi. Un gesto istintivo, nobile ma avventato, che costò alla Jonica la sconfitta a tavolino e un punto di penalizzazione: proprio quel punto che oggi avrebbe fatto tutta la differenza del mondo. Il Città di Avola, invece, se la cavò con una semplice ammenda e un turno da giocare a porte chiuse. Sorge però spontanea una domanda: dato che il regolamento federale (art. 62 del NOIF) prevede, in caso di comportamenti razzisti, prima l’interruzione temporanea della gara, poi la sospensione e infine la conclusione anticipata, perché l’arbitro non è intervenuto prima della clamorosa protesta di Alegria Florez Jairo? Se il direttore di gara avesse agito secondo regolamento, forse la Jonica non sarebbe mai stata costretta a lasciare il campo e oggi non si troverebbe a pagare, con l’amarezza dei playout, il prezzo di una ingiustizia sportiva ed umana.

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