Ieri sera si è insediato il Consiglio metropolitano di Messina a seguito delle elezioni di secondo livello del 27 aprile scorso.
14 gli eletti per una geografia politica ancora tutta da decifrare, infatti sui 14 nuovi Consiglieri metropolitani, quattro (Pippo Crisafulli, Flavio Santoro, Carmelona Bambara e Daniela Zirilli) sono quelli che fanno parte dello stesso movimento, Sud chiama Nord, del sindaco metropolitano in carica, Federico Basile. Due sono gli eletti del Partito democratito che, a meno di grosse sorprese, faranno opposizione (Felice Calabrò e Antonino Russo). Per quanto riguarda gli altri otto consiglieri eletti (Carmelo Pietrafitta e Alessandra Milio per Forza Italia, Francesco Perdichizzi e Libero Gioveni per Fratelli d’Italia, Alberto Ferraù, Pinuccio Calabrò e Antonino Russo per la Lega e Ilenia Torre esponente di Grande Sicilia) fanno parte della coalizione di centrodestra che governa la Regione Siciliana e visti gli ultimi avvenimento, con l’avvicinamento del leader del movimento Cateno De Luca al governo regionale, potrebbero affiancare Basile nel governo della Città Metropolitana di Messina.
Sulla tematica è stato Libero Gioveni (FdI) a gettare l’amo, subito dopo il giuramento di rito, infatti ha subito chiesto al sindaco Basile qual è la sua strategia per gestire gli equilobri d’aula, visto che è possibile delegare i consiglieri per le materie di competenza della Città Metropolitana, nonché ha anche la possibilità di nominare il vicesindaco metropolitano.

“E’ una sorta di organismo “ibrido” secondo la legge quello che abbiamo costituito – ha dichiarato Gioveni – che funge sia da Consiglio ma anche da pseudo giunta metropolitana dove il sindaco può anche attribuire delle deleghe e nominare persino, fra i 14 componenti, il vicesindaco metropolitano.
E’ di tutta evidenza – ha proseguito il consigliere nel suo intervento – che al netto del senso di responsabilità che ogni consigliere metropolitano ha nei confronti dell’area vasta rappresentata da ben 108 comuni, non si può negare una geografia politica all’interno del Consesso provinciale che ha determinato, col voto del 27 aprile, una opposizione maggioritaria di ben 10 consiglieri (8 di centrodestra e 2 di centrosinistra) e solo 4 che affiancheranno politicamente il sindaco Basile che funge anche da presidente del Consiglio.
Pertanto – ha concluso Gioveni – l’auspicio è che il sindaco metropolitano si determini al più presto consultando tutti i gruppi consiliari presenti a palazzo dei Leoni per partire subito col piede giusto nell’affrontare i tanti problemi dei territori (messa in sicurezza delle strade provinciali, delle scuole, servizi sociali da garantire ecc. nonché la revisione dello Statuto e del Regolamento) senza contraccolpi che possano frenare l’azione amministrativa di un Ente che quanto meno, dopo 11 anni, non è governato più da un uomo solo al comando”.



