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Dalle armi ai “gabinetti d’oro”, cosa sta accadendo nell’Ucraina di Zelensky?

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A volte sembra che il mondo ci sfidi a non stupirci, ma alla fine “non finiamo mai di stupirci” e l’Ucraina di oggi non fa alcuna eccezione. Tra la guerra e i miliardi spesi dall’occidente per aiutare questo popolo, gli scandali nascono come i funghi.

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Corruzione? Saranno i magistrati ucraini a dirlo, ma sicuramente le ultime inchieste interne stanno facendo tremare i piani alti di Kiev, provocando mugugni da parte degli alleati occidentali.
Su questa vicenda diciamo che già da qualche mese veniva attribuito a Zelensky il fatto di voler ridimensionare l’ufficio anticorruzione.
E come mai, giusto quell’ufficio?
Per evitare di toccare nervi scoperti del potere ucraino?
Il caso ha acceso i riflettori su presunti favoritismi, appalti sospetti, tangenti e via dicendo che hanno provocato le dimissioni dei due ministri Svitlana Grynchuk (Energia) e German Galushchenko (Giustizia), per non parlare di quel bel “gabinetto d’oro”, trovato in uno degli appartamenti di un fido scudiero di Zelensky. Stiamo parlando dell’imprenditore Timur Mindich, lo stesso che aiutò il presidente a fare i primi passi nel settore del cinema, ma questa non è una commedia (sic!).
Intanto, dalle nostre parti, in realtà in tutto l’occidente, qualcuno comincia a farsi qualche domanda.
“Ma dove vanno a finire esattamente i nostri soldi?”
Il primo a mettere il tema sul tavolo, senza girarci attorno è stato Matteo Salvini (Lega), vice presidente del Consiglio, che ha dichiarato: “Emergono scandali legati alla corruzione che coinvolgono il governo ucraino. Mi chiedo se i soldi dei lavoratori e dei pensionati italiani non rischino di alimentare altra corruzione”.
Certo è sembrato un colpo di piccone, ma ha fatto sicuramente rumore.
Qualcuno al governo però non vuole rovinare tutto, l’altro vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani (FI) sta preparando i nuovi pacchetti di aiuto a Kiev che dovrebbero essere votati nelle prossime ore.
E in mezzo al fuoco incrociato si inserisce anche il ministro della Difesa Guido Crosetto (FdI), che prova a contenere i danni geopolitici con un paragone storico audace, molto audace: “Non si giudica un Paese per due corrotti. Gli USA ci aiutarono nonostante la mafia”, esternazione forse un po’ troppo forte.
Ma il punto principale rimane sempre quello.
Chi ci garantisce che i miliardi di aiuti che vengono spediti a Kiev non finiscano nelle tasche di chi li usa per comprare auto di lusso e fare “gabinetti d’oro” invece di essere usati per difendere il paese e per aiutare il popolo ucraino?
La fiducia degli alleati occidentali sarà infinita? O prima o poi qualcuno staccherà la spina?
La palla passa adesso a Zelensky che deve dimostrare che l’Ucraina è un paese credibile e lo vuole rimanere, se no altro che Unione Europea!
A dimenticavo, nel frattempo anche le opposizioni italiane scalpitano sull’invio o meno delle armi a Kiev, ma lo fanno in modo disordinato.

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