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Due pesi, due misure. L’Europa, l’Ucraina e Israele: la coerenza è un optional

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C’è “qualquadra che non cosa” direbbe qualcuno satiricamente per fare capire che la situazione è un po’ ingarbugliata.

Il problema però è che non sembra essere una sensazione, ma un vero e proprio dato di fatto.
Ascoltando tutti, o quasi tutti i leader democratici occidentali e molti editorialisti di una parte di stampa, pare che viviamo in un mondo diverso a tratti anche parallelo. Perché? Perché si utilizzano dei metri di giudizio completamente contrapposti, in base a chi abbiamo davanti.
Da un lato abbiamo l’Ucraina, ormai diventata simbolo sacro delle democrazie occidentali e per la quale non ti puoi permettere di dire qualche parola in più, senza essere etichettato filorusso, putiniano, sovranista e in qualche caso anche fascista, etichetta che non manca mai, quando ti discosti dal pensiero unico (sic!). Non puoi dire che serve la diplomazia che metta in campo tutto il suo potere per arrivare a fare un negoziato con Putin, si con Putin, perché i negoziati si fanno con gli avversari, non tra di noi!
Non ti puoi azzardare a dire che forse anche la Nato ha anche le sue colpe, per essersi allargata troppo ad Est, ad alcuni queste parole sembrano bestemmie.
Dall’altro lato abbiamo Israele, Stato democratico colpito da un barbaro attentato il 7 ottobre del 2023 dove sono stati uccisi circa 1200 israeliani dopo aver stuprato, massacrato e rapito, uomini, donne e bambini.
Ovviamente un atto terroristico condannato da tutti, anche se qualche parte politica lo ha fatto in modo tiepido, mettendo sempre un “ma” nelle varie considerazioni. È proprio qui che nasce il problema, proprio su quei “ma”.
Nasce così la doppia morale all’europea!
Con l’invasione dell’Ucraina, l’Europa si compatta e comincia ad inviare armi, sanzioni ecc…con Israele invece comincia l’ambiguità di alcuni.
Hamas, bombarda uccide e utilizza i civili come scudi umani, Israele attacca Hamas e miete vittime innocenti, ma parte degli europei vede solo la sofferenza palestinese.
La reazione israeliana è probabilmente troppo sbilanciata, ma la chiarezza degli europei sarebbe d’obbligo.
Il diritto internazionale viene citato a giorni alterni, gli aiuti valgono per l’Ucraina, ma non per Israele.

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Guerra sì, ma solo se conviene.

Ma la cosa molto interessante è l’atteggiamento della stampa, si passa dai sonetti a Zelensky, che si trasformano in altro quando i razzi arrivano ad Israele e se parli qualche parola a favore, diventi imperialista, sionista brutto e cattivo.
Ricordate due anni fa le piazze? Tutti a sventolare le bandiere ucraine! Adesso si sventolano solo quelle palestinesi allo slogan “Free Palestine” , quasi quasi come se per difendere un popolo che sicuramente nei decenni è stato anche martoriato (anche con faide tra loro stessi), si dovessero sterminare gli ebrei.
La verità è che l’occidente ha ormai perso tutta la credibilità e fanno le guerre in base alla convenienza politica ed economica, sbandierando la morale del diritto e della democrazia.
La coerenza è un optional e in alcuni casi (purtroppo troppi) anche la vergogna!
La guerra in Ucraina sembra essere una nostra guerra, invece quella in Israele, sembra più un fastidio che altro.
In conclusione se gli Stati hanno il diritto di difendersi, lo devono avere tutti allo stesso modo, se no, non si è credibili.
Ma se questo è l’Occidente che difende la libertà e i valori democratici, allora abbia il coraggio di ammettere che lo fa solo quando gli conviene.
Per il resto, basta un hashtag e un editoriale del solito noto e il pensiero unico ringrazia. E incassa.

Nel frattempo nella notte, Israele inizia una massiccia offensiva di terra per sradicare Hamas e dalle stanze dell’Onu, per quanto riguarda la situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati, il capo della Commissione d’inchiesta internazionale indipendente, Navi Pillay dichiara: “Siamo giunti alla conclusione che a Gaza si sta verificando un genocidio e che la responsabilità ricade sullo Stato di Israele”.

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