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Giro d’Italia 2025 – Analisi 13a tappa – Rovigo-Vicenza (km 180,0)

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Il Giro d’Italia 2025 riparte da Rovigo con una 13a tappa che potrebbe regalare scintille nel finale. I 180 chilometri in programma fino all’arrivo di Vicenza presentano un profilo altimetrico apparentemente tranquillo, ma nascondono insidie negli ultimi cinquanta chilometri, con una serie di salite brevi ma impegnative che si concludono con lo strappo al Santuario di Monte Berico. Non è una frazione da montagne, ma nemmeno una classica volata di gruppo. Il percorso si apre con una lunga sezione pianeggiante attraverso la pianura veneta. La corsa non presenta alcuna difficoltà altimetrica significativa nei primi 90 chilometri. L’unico ostacolo è rappresentato dal Passo Roverello, situato nei Colli Euganei, una salita di circa 3 chilometri con una pendenza media del 4,5% e punte attorno al 6%. Non è una salita selettiva, ma può spezzare il ritmo e alimentare qualche tentativo da lontano. Superata questa prima difficoltà, i corridori si avvicinano ai Monti Berici, dove inizia una seconda metà di tappa molto più movimentata. A poco più di 60 chilometri dall’arrivo si affronta la salita di San Giovanni in Monte: 5,3 chilometri con una pendenza media del 5,2%, ma con tratti più impegnativi che sfiorano l’8%. È una salita che può già far selezione, soprattutto se affrontata ad alta velocità da squadre interessate a evitare la volata. Il percorso prosegue poi tra curve e saliscendi tipici della zona, fino al primo passaggio sulla linea del traguardo a Vicenza. Qui la corsa entra in un circuito finale di circa 20 chilometri, che include un altro tratto in salita. Questa ascesa misura circa 3,2 chilometri con una pendenza media del 6,4% e punte vicine al 9%. Non è durissima, ma è una salita che potrebbe mettere in difficoltà chi è più pesante o chi ha speso troppo nella prima parte del circuito. La corsa si decide negli ultimi chilometri. Dopo una sezione pianeggiante di circa tre chilometri, si raggiunge il rettilineo che porta ai piedi dello strappo finale verso il Santuario di Monte Berico. Questo muro misura 1200 metri e ha una pendenza media del 7,1%, ma l’ultima parte è la più temibile. Negli ultimi 300 metri si raggiungono pendenze attorno al 10%, con punte fino al 12% proprio prima dello scollinamento. Il rettilineo finale misura 300 metri, è in asfalto e ha una larghezza di sette metri, offrendo spazio sufficiente per una volata ristretta ma anche margine per chi vorrà anticipare. Sarà una tappa in cui molto dipenderà dalla condotta di gara e dalle ambizioni delle squadre. I velocisti puri difficilmente riusciranno a restare agganciati nel circuito finale, soprattutto se il ritmo sarà elevato su San Giovanni in Monte e Arcugnano. Al contrario, chi ha nelle gambe un’accelerazione secca e resiste bene sugli strappi potrà trovare terreno fertile per l’attacco.

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