Tagliacozzo – Un finale da campioni, una salita da uomini forti. Juan Ayuso ha dipinto la sua prima impresa in questo Giro d’Italia sull’ascesa che porta a Tagliacozzo, in Abruzzo, lasciando tutti sul posto e andando a vincere in solitaria la settima tappa, partita da Castel di Sangro. Al termine di quasi 180 chilometri e di oltre 4000 metri di dislivello, Ayuso ha trovato il colpo perfetto, mentre Primoz Roglic ha vestito la maglia rosa, diventando il nuovo leader della classifica generale.

La tappa ha preso subito un tono selettivo fin dalle prime battute. La salita verso Roccaraso ha scremato il gruppo e acceso i primi tentativi di fuga. Le squadre italiane più battagliere, Bardiani e Polti, non si sono fatte attendere, mandando all’attacco i propri uomini. A giocarsi il primo GPM di giornata è stato proprio l’azzurro Fortunato, aiutato da Diego Ulissi, che ha conquistato punti preziosi per la maglia azzurra. La corsa è esplosa subito dopo, con vari tentativi di attacco, tra cui quello di Jay Vine, inizialmente protagonista ma poi rientrato nei ranghi. La fuga buona si è formata attorno al centesimo chilometro dove sette corridori,tra cui Prodhomme, Tarozzi, Tonelli e Double, hanno preso il largo, riuscendo ad accumulare oltre quattro minuti di vantaggio sul gruppo. In mezzo alle salite di Monte Urano e Vado della Forcella, il vantaggio ha raggiunto il suo picco massimo, ma la reazione delle squadre dei big non si è fatta attendere. La Red Bull-Bora-Hansgrohe di Roglic ha preso il controllo delle operazioni. Il gruppo ha progressivamente ridotto il distacco, e all’inizio dell’ultima ascesa. La salita, lunga dodici chilometri e con punte del 14%, ha fatto la selezione definitiva. Il gruppo ha inghiottito i fuggitivi quando mancavano cinque chilometri all’arrivo. L’ascesa ha subito mietuto le prime “vittime”. Si è staccato Mads Pedersen, ex maglia rosa, esausto dopo aver lavorato duramente per Ciccone. A tre chilometri dal traguardo, nel tratto più duro, Giulio Ciccone ha provato l’attacco, scatenando la reazione immediata di Egan Bernal. Il colombiano ha risposto con decisione, ma Ayuso ha aspettato il momento giusto per sferrare il colpo definitivo. A poco più di un chilometro dall’arrivo, lo spagnolo della UAE Team Emirates ha alzato il ritmo, scattando con potenza e lucidità. Soltanto Bernal e il giovane messicano Del Toro hanno provato a resistere, ma nulla hanno potuto contro l’esplosività di Ayuso, che si è involato in solitaria verso il traguardo. Dietro, Roglic ha dato l’ultima fiammata, riportandosi sui primi e tagliando il traguardo in quarta posizione, sufficiente per conquistare la maglia rosa.
Grande soddisfazione per Ayuso, che al termine della tappa ha dichiarato: “È un sogno che si avvera. Il Giro d’Italia è una delle corse più belle e impegnative, e vincere una tappa qui è qualcosa di indescrivibile. Dedico questa vittoria alla mia squadra e a tutti i miei sostenitori.” Una dedica carica di emozione per un corridore che in questo Giro sta cercando continuità e affermazione definitiva tra i grandi.
Una tappa durissima, segnata anche da incidenti e ritiri. Dopo la maxi-caduta della sesta tappa, si è registrato il forfait definitivo di Jan Hirt della Israel-Premier Tech, vittima di una frattura al femore destro. Anche Michel Ries della Arkea è stato costretto al ritiro, mentre Fortunato e Scaroni, coinvolti ieri, sono riusciti a ripartire nonostante le escoriazioni. Il francese Romain Bardet ha rischiato il ritiro dopo una rovinosa caduta in discesa, ma con tenacia è riuscito a rientrare nel gruppo.
