Mercoledì mattina la Commissione straordinaria di liquidazione, con il presidente Fortunato Pitrola e gli altri componenti Rosario Caccamo e Maria Leopardi, nel corso di una conferenza stampa, alla quale hanno partecipato anche il sindaco Pippo Midili e l’assessore alle finanze, Roberto Mellina, ha presentato il Piano di estinzione del dissesto con il relativo quadro attivo e passivo che chiude la procedura, seguita adesso dall’invio al Ministero dell’Interno per l’approvazione, che dovrà avvenire entro 120 giorni.

Numeri che ricostruiscono la storia economica di palazzo dell’Aquila sino al 31 dicembre 2014.
La massa passiva quantificata è stata pari a 53 milioni di euro, ma quella ammissibile alla liquidazione dopo le verifiche si è attestata sui 31 milioni.
La Commissione ha pagato circa 9 milioni per un totale di 618 creditori, attuando transazioni differenti tra il 40 e il 60 per cento rispetto alla somma richiesta sulla scorta di alcuni parametri relativi al debito da soddisfare.
Nel corso dell’attività dell’Osl sono poi pervenute altre istane (cosiddette “tardive”) ben 387 per una richiesta di ben 18 milioni. Il valore ammesso dopo l’istruttoria è stato poco più della metà. In totale quindi sono state censite – come confermato dal dottor Pitrola – circa 1.200 posizioni.
Oggi il debito rimasto è di circa 15 milioni che, attraverso le transazioni si dimezzerà e verrà coperto con fondi dell’Osl per 3 milioni e mezzo e del Comune che ha messo a disposizione dal proprio bilancio 4 milioni di euro. Infine ci sono i debiti che possono scaturire dai contenziosi pendenti per un valore, sempre dopo la transazione di circa 2 milioni e mezzo, anche questi già accantonati.
L’ultima incognita riguarda coloro che non hanno accettato le proposte transattive e che quindi a dissesto chiuso potrebbero rivendicare l’intero importo. Ma qui il sindaco Pippo Midili è stato chiaro. “Vedremo come si svilupperanno le transazioni di quest’ultima tranche debitoria, ma chiaramente se ci sarà qualcuno che ancora respinge le proposte, vedremo successivamente di chiudere seguendo però un criterio oggettivo. Mi spiego meglio: non daremo il 100 per cento a chi ha detto “no” alla proposta transattiva, sia per rispetto di chi invece ha accettato, che dei cittadini che vedrebbero i loro soldi versati al Comune destinate a pagare debiti che risalgono a 15-20 anni fa. Di sicuro non dichiareremo un altro dissesto se qualcuno intenderà continuare ad alzare i muri, ma saremo pronti ad andare in Piano di riequilibrio decennale o addirittura ventennale, proprio per evitare di finire ostaggio di queste persone. Il Comune di Milazzo è finalmente fuori dal dissesto e mai più ci tornerà se si manterrà l’attuale gestione oculata delle finanze. Il 2026 sarà l’anno in cui la Città di Milazzo sarà liberata dai debiti – ha detto il primo cittadino – e di questo ringrazio la Commissione e gli uffici per quanto svolto. Non posso sicuramente ringraziare chi ha determinato questa situazione e oggi vorrebbe riproporsi alla guida del Comune. Una pagina, quella del dissesto –ha concluso il sindaco- che io ho aperto e io adesso chiudo evitando, proprio attraverso la coraggiosa e inevitabile dichiarazione di dissesto, nel 2012 che il Comune precipitasse nel baratro visto che la situazione era ingestibile”.
Proficua seduta del consiglio comunale che ha approvato il bilancio consolidato relativo all’esercizio 2024 con 14 voti favorevoli e due astenuti, dopo che in precedenza era stato dato l’ok anche ai verbali delle sedute precedenti. Più articolato il dibattito relativo alla proposta per l’avvio della procedura di atto transattivo finalizzato a liberare i terreni identificati catastalmente siti tra il viale Sicilia e la via Luigi Pirandello da qualsiasi futura pretesa di diritto di uso civico. Argomento già sviscerato nella precedente sessione consiliare, dove erano state manifestate le varie posizioni delle componenti politiche, che non pervenivano al voto per la chiusura anticipata dei lavori in assenza del numero legale. Quindi, interventi quasi fotocopia riproposti in buona parte nell’adunanza in esame, con la ferma posizione di Lorenzo Italiano e Giuseppe Crisafulli, che ribadivano soprattutto la necessità di regolamentare la materia, sollecitando al tempo stesso risposta dalla segretaria ad una loro richiesta e la presenza di un tecnico in aula per fornire eventuali chiarimenti, per cui chiedevano il rinvio del punto. La presenza in aula dell’assessore Roberto Mellina era sufficiente per il presidente Alessandro Oliva per fornire chiarimenti e dare risposte, evitando il rinvio. Intervenendo Mellina faceva presente che dall’assessorato non era richiesta l’adozione di un regolamento per l’affrancazione di usi civici e pertanto non esisteva alcun obbligo, anche perché –osservava- in delibera è anche previsto l’uso che si farà dei terreni liberati, che in atto sono destinati a pascolo. Dissentendo dalle argomentazioni dell’assessore il consigliere Crisafulli riteneva necessario il regolamento ad evitare dubbi interpretativi sull’uso dei terreni e possibili speculazioni sui terreni affrancati. Insistendo nella richiesta di chiarezza e nell’adozione del regolamento, Lorenzo Italiano reiterava la richiesta di sospensione del punto per poterlo trattare in presenza della segretaria, di un dirigente, ricevendo anche risposta dalla segretaria alla loro precedente richiesta. Votata la richiesta di sospensiva, riportava 7 voti favorevoli e 11 contrari, mentre l’assessore Mellina chiariva ulteriormente il suo assunto spiegando che dalla regione non era richiesta l’adozione di regolamento, citando la legge regionale del 2019. Su proposta di Mario Sindoni la seduta veniva sospesa per un chiarimento tra i capigruppo, con il risultato che si passava poi alla votazione pervenendo all’approvazione della proposta con 11 voti favorevoli, 4 astenuti e 3 contrari e la dichiarazione d’immediata esecutività con identica votazione.
I lavori sono stati rinviati a lunedì 3 novembre.



