Chi ha alle spalle un percorso di studi classici sicuramente avrà ricordi della mitologia greca che, senza troppo azzardare, possiamo paragonare alle soap di oggi: un insieme di storie, eventi e dinamiche varie, amori, tradimenti e vendette che coinvolge gli inquilini dell’Olimpo.

Tra i tanti miti, diamo attenzione a Proserpina, figlia della dea Cerere, che, mentre raccoglie fiori presso il lago di Pergusa, viene rapita da Plutone, dio degli inferi, che la fa sua sposa. Cerere, addolorata per la mancanza della figlia ormai relegata nel regno dell’al di là, invoca Giove, il quale decide che Proserpina viva sei mesi l’anno sulla terra con la madre e sei mesi con Plutone.
Nei mesi di assenza, Cerere fa scendere il freddo sulla terra, nei restanti, invece, la madre fa risvegliare la natura.
Da qui l’associazione di Proserpina al susseguirsi delle stagioni.
La figura di Proserpina, simbolo dei cicli naturali, viene utilizzata, tra gli altri, da Hidetoshi Nagasawa, architetto paesaggista nonché artista di fama internazionale, per intitolare un giardino progettato per la città di Barcellona Pozzo di Gotto. Tale giardino è integrato all’interno dell’itinerario dei beni culturali di rilievo della Città del Longano.
All’interno degli spazi riqualificati del parco urbano “La Rosa” (vecchia stazione), nel 2015, viene pertanto consegnata alla comunità un’opera ambientale che omaggia il territorio.
A questo mio caro luogo, unico e ricco di fascino, ho dedicato una tela esposta al villino Liberty per la 20° giornata del contemporaneo promossa da AMACI e organizzata dall’arch. Andrea Cristelli di Galleria Progetto Città.
Adiacente ai locali dell’auditorium, una cascatina genera un piccolo ruscello, attraversato da sette ponti in marmo, per poi sfociare in un laghetto. Lungo le sponde e, a cinta del giardino, ci sono arbusti propri della macchia mediterranea.
Il giardino è organizzato a prato. Su questo si ergono sette tronchi di cono, anch’essi adibiti a verde, a simboleggiare le Eolie. Tutto parla del territorio: dagli arbusti al marmo dei ponti, dal legno di castagno dello steccato di cinta ai tronchi di cono, alla parete di pietra della cascata. Una piccola gemma all’interno di un’area di socialità e comunione. Uno spazio in cui perdersi e ritrovarsi, da custodire e mantenere vivo, quantomeno nelle intenzioni di Nagasawa, perché oggi, nel suo giardino, Proserpina non è più tornata!
Proprio così! Qualche giorno fa mi trovavo in zona e, attorno al brulicare di vita dei ragazzini e delle famiglie che giocano e si ritrovano all’interno del parco urbano, prendevo atto della morte del giardino:
– steccato divelto
– arbusti, quelli ancora vivi, non potati
– prato inesistente
– sterpaglie ovunque
– cascata chiusa, ruscello e laghetto secchi
– rifiuti sparsi
Un brutto colpo al cuore ed un pessimo biglietto da visita per la città dato che, il giardino in questione, non è un giardinetto tra tanti ma un esempio rimarchevole di land art!
Una perdita significativa per la città che si mostra incapace di curare e mantenere ciò che di bello e peculiare ha.
Sia chiaro, scrivo queste righe non per stabilire le cause o attribuire le colpe di tale abbandono: scarsa sensibilità, insufficienti risorse o forse maglie burocratiche così strette da impossibilitare qualsiasi intervento. Chissà? Non è interesse di questa mia riflessione approfondire l’argomento e di certo non cambia lo stato delle cose!
Ciò che maggiormente mi preme è che il giardino ritorni presto al suo splendore!
Se può aiutare, mi permetto di suggerire all’amministrazione o a chi ne ha in carico la responsabilità, dopo averlo ripristinato nel pieno rispetto del progetto originario dell’autore e quindi senza alcuna arbitrarietà su piante, steccato e quant’altro espressamente progettato da Nagasawa, di affidarne le cure a scuole, associazioni ambientaliste e/o di commercianti o semplicemente a gruppi di cittadini sensibili e volenterosi.
Il giardino di Proserpina non genera consensi elettorali ma è simbolo di territorialità, di appartenenza, unione e condivisione, di equilibrio e armonia e in questi concetti esprime la sua ricchezza.
Se desideriamo davvero che le nuove generazioni siano migliori di noi allora dobbiamo avere il coraggio di indirizzare correttamente i nostri gesti ed il nostro tempo. Mantenere il bene pubblico significa rispettare noi stessi, mantenere i beni artistici consente la creazione di una cultura e una società capace di apprezzare ciò che significa, identifica ed esprime bellezza: non a caso gli italiani sono famosi nel mondo per lo stile ed il design!
Buon Giardino di Proserpina a tutti!
(Giovanni Gargano)
