Tra sovranità ritrovata e rischio isolamento, l’Italia è davvero pronta a dire addio all’Europa?
Nel 2016 la Brexit, ovvero l’uscita dall’Unione Europea del Regno Unito, ha alimentato polemiche e dibattiti che mettevano in discussione l’Unione o la permanenza di alcuni Stati dentro l’Unione. I dibattiti su questo tema si sono inaspriti con l’ascesa, in quasi tutti gli Stati dell’Unione, di partiti nazionalisti e sovranisti.

L’Italia non è stata tenuta fuori da questo dibattito, infatti, alcuni partiti hanno raggiunto numeri ragguardevoli facendo propaganda sull’euroscetticismo. Questo fenomeno, conosciuto come Italexit, ha ancora seguaci, anche se quasi tutti i partiti maggiori hanno abbandonato l’estremismo dell’exit.
I partiti italiani che maggiormente inseguivano quell’idea tanto affascinante quanto rischiosa hanno un po’ abbassato il tiro, come la Lega e FdI che essendo al governo non parlano più né di uscita dall’Unione né di uscita dalla moneta unica, ma si ispirano ad una sorta di sovranismo e cioè avere più Italia e meno Europa, cercare di cambiare l’Europa difendendo le identità nazionali creando un’Europa confederale.
Stessa cosa accadde per il Movimento 5 Stelle che inizialmente si presentava come un partito euroscettico che negli anni ha invece ammorbidito le posizioni. Unico partito che mantiene ancora l’idea di uscire dall’Unione è Italexit o quello che ne rimane dopo la fuoriuscita del suo fondatore, Gianluigi Paragone.

Ma lasciare l’Europa sarebbe un atto di coraggio o un salto nel vuoto? L’Italia sarebbe davvero pronta a navigare da sola in un mare dominato da colossi come USA e Cina? Se l’Italia voltasse le spalle all’Europa, l’Europa resterebbe la stessa?
Una ricerca dell’osservatorio francese(OFCE), qualche anno fa, evidenziava che l’uscita dell’Italia dall’UE avrebbe portato vantaggi per il paese, ma, come possiamo immaginare, la certezza di questa teoria non è affatto realistica o quantomeno, “di doman non v’è certezza”.
Tante dovrebbero essere le analisi per capire cosa potrebbe succedere nel caso di un’Italexit, sia a livello economico, di stabilità e di politica monetaria, anche se nessuno lo potrebbe dire e prevedere con certezza.

Lasciare l’Unione Europea potrebbe essere un grido di libertà o un salto nel vuoto economico?
La sovranità monetaria, potrebbe essere il principale effetto positivo. l’Italia avrebbe nuovamente il controllo, della politica monetaria con la possibilità di svalutare la moneta per favorire le esportazioni. La svalutazione favorirebbe anche la riduzione del debito pubblico, perché i debiti verrebbero pagati con la moneta svalutata. Altro effetto positivo potrebbe essere la possibilità di adottare politiche economiche in base alle esigenze del paese, niente più vincoli di bilancio imposti dall’UE.
Ma non è tutto oro quello che luccica, infatti dall’altro lato ci sarebbero degli effetti negativi. Una fuoriuscita dall’eurozona provocherebbe, con molta probabilità, la destabilizzazione dei mercati finanziari internazionali, con un possibile aumento dei prezzi e quindi dei costi di importazione, derivati dalla svalutazione della moneta. Altro effetto potrebbe essere la fuga dei capitali stranieri per una riduzione della fiducia al sistema Italia. Altri effetti negativi potrebbero essere l’ inflazione provocata dalla svalutazione della moneta e le difficoltà che potrebbero nascere nei rapporti commerciali con gli altri stati rimasti nell’eurozona.
Fino a questo momento, rimanere nell’Unione Europea ha significato stabilità finanziaria, che ha evitato i rischi di svalutazione monetaria, facilità negli spostamenti, sia di persone che di cose, che ha agevolato gli scambi commerciali. Probabilmente anche prestigio internazionale, perché l’euro è una delle principali valute internazionali.

L’Uscita dell’Italia dall’Unione provocherebbe molteplici conseguenze come avvenne per la Brexit.
La fuoriuscita dell’Italia dall’Unione potrebbe causare dei cambiamenti significativi nelle relazioni commerciali con i paesi rimanenti, come per esempio la reintroduzione dei dazi doganali che potrebbero mettere in difficoltà le aziende che si affacciano sul mercato europeo. La diminuzione della cooperazione nei settori strategici, come la ricerca, la difesa e ovviamente il diritto di libera circolazione tra i vari Stati dell’UE. A tutto ciò si potrebbero aggiungere problemi di tipo politico generando instabilità sia a livello nazionale che a livello internazionale. Un altro aspetto è l’aggravio burocratico che ci sarebbe per adattare la legislazione alle nuove esigenze e circostanze.
Possiamo quindi dire che l’uscita dell’Italia dall’UE comporterebbe conseguenze economiche, sociali e politiche che possono incidere sia sul paese che sull’Unione, tutto ciò dipende dalle condizioni e dagli accordi che verranno raggiunti nel caso si prendesse questa strada.
Nel caso che l’Italia decidesse di uscire dall’Unione, ormai diventato un importante mercato per le importazioni e le esportazioni italiane, si dovrebbero reimpostare tutte le tariffe commerciali, riducendo la competitività delle imprese italiane. Inoltre, si perderebbero tutti i finanziamenti strutturali per lo sviluppo e la coesione, finanziamenti che contribuiscono a sostenere lo sviluppo delle infrastrutture, della formazione, del lavoro ecc…
Dal punto di vista finanziario, dobbiamo analizzare il problema del debito, poiché in questo momento l’Italia beneficia dei programmi d’acquisto dei titoli di Stato della BCE, che riescono a mantenere bassi i tassi d’interesse sul debito L’Italia potrebbe trovarsi isolata a livello internazionale, anche se questa è una possibilità molto remota e messa sul piatto dagli europeisti duri e crudi.

C’è stato un esempio importante nella storia dell’Unione e cioè la Brexit.
Nel 2016 il Regno Unito, con un referendum popolare, ha scelto di uscire dall’Unione Europea. La decisione ha creato una grande incertezza economica, un deprezzamento della sterlina e un rallentamento degli investimenti. Il Regno Unito ha avviato i negoziati con l’Unione per definire i termini dell’uscita che è avvenuta ufficialmente il 31 gennaio del 2020.
La Brexit ci ha insegnato che uscire è facile, ma a quale prezzo?
I governi italiani avranno mai il coraggio di fare questo salto nel vuoto? Si faranno mai accecare dal fascino del ritorno alla sovranità nazionale?
Italexit potrebbe rappresentare un’opportunità per ritrovare indipendenza e sovranità, ma anche un rischio enorme di destabilizzazione economica e sociale. La stabilità garantita dall’Unione Europea ha un valore difficile da quantificare, ma facilmente percepibile quando viene a mancare.
l’Italia è pronta a pagare il prezzo di un addio all’UE?
Uscire dall’Europa significherebbe riscrivere completamente le regole del gioco, con tutte le incognite che questo comporta. Un’operazione da valutare con estrema cautela, perché il confine tra coraggio e follia è spesso più sottile di quanto sembri.
