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LA LEGA giudica “follia” LO STOP AL PONTE sullo Stretto chiesto da Cgil: RECLAMO AMBIENTALISTA

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Prosegue lo scontro politico sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina dopo i rilievi della Corte dei Conti. La Cgil ha chiesto al Governo di fermare l’iter dell’opera, sollevando dubbi sulla legittimità e l’opportunità delle procedure avviate “con eccessiva fretta” per l’apertura dei cantieri.
“Ribadiamo che il Governo dovrebbe ritirare il progetto del Ponte sullo Stretto dopo i sostanziali rilievi della Corte dei Conti sugli iter di approvazione perseguiti con la massima urgenza – ha dichiarato il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo –. Per questo abbiamo scritto al vicepresidente della Commissione europea, Stéphane Séjourné, chiedendogli un incontro e la verifica del pieno rispetto della Direttiva sugli appalti pubblici, considerato che è stato riattivato un appalto di oltre vent’anni fa con un incremento di prezzo superiore al 300%”. Alle parole della Cgil ha replicato con forza la Lega, che in una nota ha parlato di “follia” da parte del sindacato. “Che la Cgil provi a intimidire la Commissione europea, che ha inserito il Ponte nel corridoio Scandinavo-Mediterraneo, e che dica di no a decine di migliaia di posti di lavoro per operai, tecnici e ingegneri, è una follia – si legge nella nota –. D’altronde da Landini non ci aspettiamo nulla di propositivo, viste le barricate delle ultime settimane”.
Intanto Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Società Stretto di Messina sono al lavoro per completare le risposte ai quesiti formulati dalla Corte dei Conti e dalla Commissione europea che nei giorni scorsi avevano chiesto chiarimenti sul progetto del Ponte.
La magistratura contabile ha chiesto integrazioni sul quadro economico e procedurale contenuto nella delibera con cui il Cipess ha dato il via libera alla realizzazione dell’opera. Bruxelles ha chiesto informazioni sull’impatto ambientale e sul rispetto nella normativa comunitaria in materia. Le principali associazioni ambientaliste italiane — Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF — hanno presentato un nuovo reclamo alla Commissione Europea in merito alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. L’oggetto della contestazione è la mancata indizione di una gara pubblica internazionale per l’affidamento dei lavori. Le associazioni ritengono che l’attuale procedura violi il diritto europeo in materia di concorrenza, in particolare gli articoli 101-109 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) e l’articolo 72 della Direttiva 2014/24/UE.
La Società Stretto di Messina, in una nota, respinge le accuse delle associazioni ambientaliste, ribadendo la piena conformità del progetto del ponte alle normative italiane ed europee. L’azienda precisa che l’aumento dei costi è dovuto esclusivamente all’incremento dei prezzi nel settore delle opere infrastrutturali. “Non c’è alcuna violazione o mancata applicazione di norme italiane ed europee – si legge nel comunicato – per il progetto del ponte sullo Stretto di Messina. Queste affermazioni delle associazioni ambientaliste sono del tutto infondate e sono state smentite più volte.
In particolare, le disposizioni dell’articolo 72 della Direttiva Ue in materia di contratti pubblici sono pienamente rispettate. La crescita del corrispettivo del contratto al Contraente generale (da 3,9 miliardi del 2006, a 6,7 miliardi del 2011, a 10,5 miliardi di oggi) si riferisce pressoché esclusivamente al forte aumento dei prezzi registrato tra il 2021 e il 2023, che ha riguardato tutte le opere infrastrutturali in corso di realizzazione. La Stretto di Messina – prosegue la nota – ha sempre confermato la massima attenzione nei confronti del ruolo di Anac, dei suggerimenti e delle raccomandazioni espresse. Per quanto riguarda l’ipotesi di una nuova gara si precisa che, anche dal punto di vista tecnico, il progetto definitivo è perfettamente valido e, come previsto dal decreto-legge 35, è stato aggiornato alle nuove normative tecniche.
Per gli aspetti ambientali si ricorda che il 13 novembre 2024 la Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale – VIA VAS del MASE ha rilasciato parere favorevole sullo Studio di impatto ambientale e che il 21 maggio scorso la stessa Commissione ha espresso parere favorevole sulla Valutazione di Incidenza Ambientale, ritenendo che “tutta la documentazione trasmessa evidenzi la coerenza delle Misure di Compensazione con la necessità di garantire la tutela degli obiettivi di conservazione dei siti e la coerenza globale con la rete Natura 2000”.
La Corte dei conti non ha espresso alcuna bocciatura o giudizio di inadeguatezza del progetto definitivo, né ha invitato al ritiro della Delibera Cipess del 6 agosto. Le risposte alle osservazioni – conclude il testo – richieste di precisazioni e integrazioni documentali saranno fornite alla Corte nei prossimi giorni e comunque nei tempi fissati”.

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(Giovanni Luca Perrone)

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