Basta mettere insieme qualche gruppetto di ragazzi, durante una qualunque serata in cui lo sballo persiste, perché una discoteca o la strada si trasformino in un campo di battaglia senza regole. È quanto successo questa notte in pieno centro sul lungomare Garibaldi a Milazzo. Erano passate da poco le 3 del mattino quando dal viale Medici una flotta di ragazzi ha iniziato a battibeccarsi per futili motivi fino a spingersi in Marina Garibaldi, nei pressi della Chiesa di San Giacomo, dove si è scatenato un vero e proprio “ring” a cielo aperto: urla, pugni, spintoni e minacce in più fasi. Decine di ragazzi, tutti tra i 18 e i 25 anni, si sono affrontati in una rissa che ha coinvolto molteplici giovani tra cui molte ragazze e anche minori ad assistere increduli. La miccia sarebbe stata l’ennesimo episodio di movida molesta sfociata nella violenza urbana di gruppo ma resta da chiarire chi abbia fatto cosa e perché. Al momento, tuttavia, non risulta che nessuno abbia sporto denuncia alle forze dell’ordine che comunque non sono state allertate durante la mega zuffa. A fornire un contributo prezioso alla ricostruzione dei fatti potrebbe giungere dalle immagini di videosorveglianza.
L’unica nota positiva emersa da questi gravi tafferugli è data dall’intervento di diversi giovani a fare da pacieri a fermare i più facinorosi per evitare un tragico epilogo. Quanto accaduto questa notte, purtroppo, non è un episodio isolato. I residenti e i titolari dei locali da tempo denunciano il clima di insicurezza crescente soprattutto in centro , durante le ore notturne, quando l’area si trasforma in una sorta di terra di nessuno.
Nonostante le numerose segnalazioni, finora la risposta istituzionale sembra non essere stata sufficiente a garantire un presidio costante delle forze di polizia.
Alla luce degli ultimi casi, emerge la richiesta di maggiore sicurezza, con controlli mirati e continui, soprattutto durante la notte, e un’attenzione particolare alle aree critiche del centro storico. La città del Capo non può permettersi di assistere impassibile al progressivo degrado di un fenomeno illegale, quello della malamovida, che sta assumendo contorni preoccupanti. Recentemente in seguito all’ordinanza del sindaco Pippo Midili e la presa di posizione della Prefettura con le forze dell’ordine per i molteplici episodi di movida selvaggia nella stagione estiva, la Questura di Messina aveva adottato diversi provvedimenti di divieto di accesso alle aree urbane (comunemente noti come “Daspo Willy”) per gli autori di altri autentici far west nell’ex Pescheria, considerata la pericolosità sociale dei soggetti e la stretta ai locali. A nulla sono valsi fino ad adesso gli incontri del Garante dell’Infanzia ed adolescenza del Comune (prima di dimettersi) con le scuole (anche lì la Prefetta Cosima Di Stani ha disposto maggiori controlli anche mediante le unità cinofile), gli appelli alle istituzioni di esponenti politici e associazioni cittadine per l’emergenza, l’ultimo in ordine di tempo dell’associazione “Essere Uguali” guidata da Saverio Todaro al fine di trovare soluzioni concrete all’allarmante situazione fuori controllo. “Ribadiamo la necessità di convocare un tavolo tecnico promesso e mai fatto dalla Giunta comunale affinché si faccia rete e si lavori per il benessere dei giovani evitando simili eventi che stanno succedendo con una frequenza continua- precisa Todaro-. Il vuoto del Garante l’ennesima dimostrazione di disattenzione da parte del Comune. In tal senso abbiamo invocato l’intervento della Prefettura per sollecitare un vertice immediato”. Più duro il commento del vice rappresentante del Gruppo Territoriale del M5S Giovanni Utano, già dirigente medico del Sert: “alla luce di questo ennesimo grave caso di movida violenta con una maxi rissa notturna in pieno centro credo che ognuno capisca che bisogna evitare che i drammatici avvenimenti di Palermo e Perugia con la morte di due giovani tocchino anche la nostra comunità.
Chiedo con urgenza un consiglio comunale straordinario aperto sul tema come richiesto da tempo con il M5S, affinché venga istituito il tavolo tecnico interistituzionale per affrontare concretamente il tema del disagio sociale giovanile. Gli adulti devono conoscere e confrontarsi su questo argomento. Non sono più tollerabili certi atti violenti”.
(Giovanni Luca Perrone
