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L’Aeroporto del Mela: tra sogno e realtà. 

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Correva l’anno 2006 e da Assessore alle Infrastrutture dell’allora Provincia Regionale di Messina ebbi modo di cimentarmi al progetto di costruire un aeroporto nell’area tra Milazzo e Barcellona.

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Un obiettivo fortemente voluto dall’Amministrazione Provinciale all’epoca guidata da Turi Leonardi e da quasi tutte le forze politiche che componevano allora il Consiglio Provinciale.

In precedenza, erano state proposte soluzioni che vedevano la localizzazione dell’aerostazione prima nell’area ASI di Giammoro e poi a Torrenova.

L’esigenza era quella di localizzare l’infrastruttura in un’area baricentrica della provincia tirrenica di modo che potesse essere davvero utile sia al capoluogo provinciale che a tutta la fascia tirrenica della provincia.

Si iniziò, quindi, a ragionare all’ipotesi dell’Aeroporto del Mela in località Camicia di Meri e con una pista che avrebbe interessato anche la sponda di San Filippo del torrente mela.

I tecnici della Provincia con la collaborazione di un importante urbanista il prof. Francesco Karrer che in precedenza aveva redatto importanti progetti per infrastrutture aeroportuali, misero in campo uno studio di fattibilità dal quale emergeva che l’opera era realizzabile, era compatibile con il territorio, che le prospettive di sostenibilità economiche erano valide e che c’erano tutte le condizioni per poterlo realizzare.

Il costo si immaginava potesse essere nella grandezza di circa 300 mln di euro.

Ma la politica regionale e nazionale all’epoca non colsero la valenza strategica dell’opera e prevalsero logiche corporativistiche Palermo e Catania centriche, che tutelavano i numeri dei due grandi aeroporti siciliani.

Si ritenne, insomma, che un ulteriore aeroporto localizzato a Messina avrebbe danneggiato i due già esistenti.

Miopia pura !

I dati di questi ultimi anni con il traffico aereo che è letteralmente esploso, portano i due aeroporti siciliani ai vertici nazionali per numero passeggeri.

L’opera venne accantonata e non se ne fece nulla.

Ciclicamente, nel corso degli anni successivi, si ritornò a parlare dell’opera quando un fantomatico imprenditore indiano venne in Sicilia e, complice di una politica poco attenta, girò in lungo ed in largo l’isola proponendo opere fantasmagoriche tra cui anche l’aeroporto del Mela.

Ovviamente, erano tutte balle e non se ne fece nulla.

Di qualche mese fa, è la notizia di un altro gruppo finanziario internazionale che ha riproposto il tema senza nulla di concreto.

Ad essere più realisti del re, io rimango fermo nel ritenere la grande valenza strategica dell’opera per il territorio, ma non posso non ricordare a me stesso e a chi ne parla che il progetto di allora dovrebbe essere prima rivisto in considerazione del fatto che all’epoca – prima delle grandi alluvioni del 2009 e 2011 che hanno interessato quei territori – prevedeva la copertura del torrente Mela. Un fiume che quando fa la bomba d’acqua ad Antillo riesce ad esondare a Milazzo.

Aggiorniamo il progetto alle mutate esigenze di ordine idraulico sulla portata dei fiumi e riproponiamo l’opera con serietà, senza lasciarsi abbindolare da fantomatici magnati senza storia, e ripartiamo da dove si era arrivati.

Chi lo deve fare ?

La politica, ovviamente, a cui è demandato il compito di pianificare, pensare, progettare e realizzare nell’interesse dei cittadini e del territorio.

Con visione, strategia e decisione.

(Avv. Giuseppe Laface)

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