«Se all’atteggiamento di chiusura della multinazionale il governo regionale dovesse rispondere con timidezza e ignavia, i rischi per i livelli occupazionali sono altissimi. L’assessore Tamajo rispetti gli impegni assunti in Commissione convocando il tavolo con il ministero dell’Industria prima del 29 ottobre; non c’è più tempo da perdere per creare il necessario supporto istituzionale a tutela di lavoratrici e lavoratori di Cargill ma più complessivamente per difendere l’area industriale del suo complesso». Lo chiedono a gran voce i deputati regionali del Partito Democratico Dario Safina e Nello Dipasquale, membri della Commissione Attività Produttive all’Ars, insieme con Calogero Leanza, deputato eletto in provincia di Messina, dopo l’incontro a vuoto di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil con i vertici di Cargill che venerdì scorso non hanno accettato la proposta per una sospensione della procedura di licenziamento collettivo di tutti i dipendenti dello stabilimento di pectina di Giammoro.

«L’impegno della nostra deputazione e del Pd nel suo complesso sulla vertenza Cargill, a fianco delle maestranze e delle organizzazioni sindacali – argomenta Domenico Siracusano, responsabile Lavoro della segretaria Regionale del PD Sicilia – si inserisce nel più ampio impegno del partito nella definizione di un piano regionale di politiche industriali che individui strategie per rilanciare l’Area di Milazzo – Valle del Mela e gli altri siti industriali siciliani. Su questo ci giochiamo un passaggio decisivo – conclude – rispetto a una progetto credibile per lo sviluppo sostenibile della nostra regione».
La chiusura, sostengono i sindacati, permette il “salvataggio” degli altri due stabilimenti europei della multinazionale, a Redon (in Francia) e Malchin (in Germania), che non verrebbero coinvolti nel piano globale di riorganizzazione di Cargill.
