Alla presenza del Sindaco Federico Basile e dell’Assessore alle Politiche Culturali Enzo Caruso, il prof. Alfonso Maria Delogu ha donato alla Galleria d’Arte Moderna del PalaCultura Antonello un’opera in bronzo raffigurante il ritratto del M° Antonio Bonfiglio.

Delogu, scultore ed ex allievo del famoso artista messinese Antonio Bonfiglio, aveva espresso il desiderio di omaggiare il Maestro con questa sua opera, affinché fosse esposta alla pubblica fruizione.
Il sindaco Federico Basile, particolarmente sensibile al tenore culturale della Città Metropolitana ha espresso il suo compiacimento e la sua gratitudine all’artista “Ringrazio il prof. Delogu – ha detto – giunto appositamente da Roma, per questo gesto che rinnova la memoria del Maestro e arricchisce la nostra Galleria Civica, rendendo ancora più accessibile a tutti il valore della nostra arte. La cultura è il cuore pulsante della nostra Messina”.
Alle sue parole di ringraziamento si sono aggiunte quelle dell’Assessore alla Cultura Enzo Caruso “Meritevole questa iniziativa che non solo dimostra l’affetto e il legame del prof. Delogu alla città di nascita, ma con quest’opera la galleria si arricchisce del ritratto di uno dei più importanti scultori messinesi. Le sue opere sono distribuite all’interno di palazzi istituzionali e piazze cittadine e tra queste figure anche il Colapesce esposto presso la stessa GAMM”.
Antonio Bonfiglio nato a Messina il 16 gennaio 1895 ha frequentato giovanissimo la scuola del maestro Saccà. Dopo il terremoto del 1908, avendo perso la famiglia, si trasferì a Catania dove fu allievo della scuola “Arti e Mestieri”. Nel 1912 si reca a Roma dove seguì i corsi di Plastica e Architettura. Dopo aver partecipato al primo conflitto mondiale, consegue nel 1922 il titolo di Professore di Disegno Architettonico all’Istituto di Belle Arti di Roma. Ritornò anni dopo nella sua città. I suoi progressi nella modellazione lo fecero eccellere anche nella lavorazione della creta e del bronzo, e con la scultura Il Cieco partecipò alla XVI biennale di Venezia. Nel 1929 gli venne conferita la medaglia d’oro all’esposizione Nazionale di Reggio Calabria. Contemporaneamente lavorò per il Tribunale messinese progettato da Piacentini. Molte saranno le sue opere dedicate e presenti nella città. Le commissioni pubbliche divennero numerose; il suo talento fu ampiamente riconosciuto e il suo linguaggio artistico tanto apprezzato da divenire una delle voci principali della decorazione architettonica post terremoto. Sua è la commovente scultura posta sul sarcofago del monumento dedicato al milite ignoto all’interno del Sacrario di Cristo Re (1937), e il monumento a Stefano Cutugno posto all’ingresso della sede del Comando Provinciale della Guardia di Finanza. Suoi sono il ritratto di Antonio Martino posto davanti alla fontana Senatoria e il Ritratto di Antonello da Messina sulle scale di Palazzo Zanca e la Regina del Peloro posta sulla sommità del timpano dello stesso Palazzo. Alla XVIII Biennale di Venezia presenta l’epico Colapesce, in bronzo, entrato nelle collezioni del Comune di Messina e ora presente nell’esposizione della GAMM; in origine era stato pensato per occupare la fontana della stazione ferroviaria. Realizzerà pure il busto di Ludovico Fulci per l’omonima piazza, e il monumento a Luigi Rizzo (1965), la statua di San Francesco d’Assisi (1963) sul sagrato antistante la chiesa dell’Imnacolata, sul viale Boccetta. Altre opere di rilievo sono il bassorilievo dell’I.N.A., raffigurante operai intenti alle opere di ricostruzione della città dopo il terremoto (1939), il puttino della fontana Arena, alcuni busti di personaggi illustri nel vestibolo della Camera di Commercio, la decorazione con festoni, teste leonine e aquile del Tribunale, alcuni fregi di Santa Caterina Valverde. Molte sono state anche le sue produzioni per il Camposanto con il Monumento Giacone (1924), la figura dolente per i coniugi Mangano Garufi (1927), la Madonna col Bambino per il monumento a Concetta Mondello Andrò (1931), trafugato nel 1999, il busto a Francesco Lo Sardo (1932) e molti altri. Sono suoi pure i putti per la fontana della villa Bellini a Catania, e il rilievo marmoreo della madonna dell’Assunta sulla facciata della chiesa madre di Castell’Umberto.
Dopo una vita costellata di premi e pubblici riconoscimenti, Bonfiglio muore a Condrò nel 1995, quasi dimenticato.
Da adesso sarà giustamente riportato alla memoria dei messinesi; significativo, infatti, l’incontro di sabato tra due ex allievi dello scultore Bonfiglio: il prof. Delogu e lo scultore Giuseppe Brancato; presenti alla cerimonia la dott.ssa Giovanna Famà, in rappresentanza del Museo Regionale, e l’Associazione Antonello da Messina, presieduta da Milena Romeo, che ha conferito a Roma al prof. Delogu il premio Antonello da Messina.
Giulia M. Sidoti



