“Gioia, bella scintilla degli Dei, figlia dell’Elisio, noi entriamo ebbri di fuoco, o celeste, nel tuo santuario!”, da lì a poco avrebbe cantato il baritono solista alle prove generali di venerdì, se la violoncellista Genziana D’Anna non si fosse accasciata priva di vita.
Una coincidenza drammaticamente incredibile quella di morire mentre si sta eseguendo col proprio violoncello il recitativo ed il tema dell’Inno alla gioia che, nell’ultimo movimento della IX Sinfonia di Beethoven, crescendo si concluderà con i momenti solenni e festosi del coro.

Che gioia e dolore siano stati ontologici della vita è la principale questione esistenziale, ma quando coincidono nello stesso momento fanno riflettere ancora di più, proprio come è successo allo stesso compositore quando scriveva “Noi, esseri finiti, personificazioni di uno spirito infinito, siamo nati per avere insieme gioie e dolori; e si potrebbe quasi dire che i migliori di noi raggiungono la gioia attraverso la sofferenza”.
Stasera al Vittorio Emanuele l’inaugurazione nel lutto della nuova stagione musicale con la IX Sinfonia, eseguita per la tanto attesa prima volta dall’orchestra del Teatro, ma come ha voluto la vita senza il M* Genziana D’Anna, alla quale, oltre la dedica del concerto, tutti i presenti rivolgeremo un pensiero durante la “preghiera” del Terzo movimento.
(foto di repertorio)



