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Mondiali Kigali 2025 – Kigali incorona ancora Pogacar, fuga da leggenda per il bis iridato

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Kigali – Tadej Pogacar ha trasformato la prova in linea dei Mondiali di Kigali 2025 in un assolo destinato a restare nella memoria. Lo sloveno ha scelto il terreno più duro, il Monte Kigali, per sferrare un attacco che ha segnato il destino della corsa quando mancavano ancora 100 km al traguardo. Una scelta coraggiosa, che ha riportato alla mente le imprese leggendarie del ciclismo di un tempo, e che ha avuto l’effetto di piegare uno a uno tutti i rivali. L’azione decisiva è maturata al termine di una prima parte di gara vivace, animata da fughe che però non hanno mai preso troppo margine. Walters aveva acceso la miccia nelle battute iniziali, poi un terzetto con Huising, Oliveira e Mayrhofer aveva provato ad allungare, raggiunto in seguito da altri uomini come Foldager, Christen e Bernard. Dietro, però, le nazionali di Slovenia e Belgio tenevano il controllo con grande attenzione, consapevoli che i loro capitani avrebbero deciso la corsa nella fase più dura. Per quasi novanta chilometri la situazione è rimasta stabile, con la fuga a poco più di due minuti e mezzo e il gruppo ben compatto. Quando il percorso ha lasciato il circuito cittadino per affrontare il Monte Kigali, il copione è cambiato radicalmente. Proprio su quelle rampe selettive, Pogacar ha aperto il gas, dando vita a una prima accelerazione che ha subito sgretolato il gruppo dei migliori. Alla sua ruota hanno provato a resistere Evenepoel, Uijtdebroeks, Ayuso e Jan Christen, ma lo sloveno non ha concesso tregua. La prima vittima illustre è stato lo stesso campione olimpico belga, rallentato da un problema meccanico alla sella che gli ha impedito di tenere il ritmo. Uno dopo l’altro, anche gli altri hanno ceduto, finché soltanto Ayuso è riuscito a rimanere a stretto contatto. In discesa, dal gruppo si è riportato davanti Isaac Del Toro, formando un terzetto che per qualche chilometro ha dato l’impressione di potersi giocare la corsa. Ma era solo un’illusione, quando Pogacar ha deciso di accelerare di nuovo, il messicano è stato lasciato sul posto e lo spagnolo ha dovuto alzare bandiera bianca. Da quel momento, lo sloveno ha avviato una lunga marcia trionfale. Mancavano ancora 66 km all’arrivo e già era chiaro a tutti che la maglia iridata avrebbe avuto lo stesso padrone dell’anno precedente. Del Toro, stremato, è stato presto riassorbito dal gruppo inseguitore, mentre Evenepoel cercava di riportarsi sotto nonostante i problemi tecnici. Il belga ha cambiato bicicletta, ha chiesto collaborazione ai compagni e ha speso ogni energia possibile per tentare di ricucire, ma nonostante il suo coraggio il distacco non si è mai ridotto in maniera significativa. Quando finalmente è riuscito a trovare continuità di pedalata, Pogacar era già proiettato verso il quartultimo giro del circuito cittadino con oltre un minuto di vantaggio. Alle spalle dello sloveno si sono susseguiti gli attacchi. Healy, Sivakov e Honoré hanno provato a evadere, poi sono stati ripresi da Evenepoel, che ha selezionato un quintetto di inseguitori con Skjelmose, Healy, Pidcock e Hindley. Ma anche in questo caso, il fuoriclasse sloveno non è mai sembrato realmente in pericolo. Anzi, il vantaggio ha continuato a oscillare senza mai scendere sotto il minuto. Quando Evenepoel, ormai rimasto da solo, ha sferrato il suo ultimo attacco sul penultimo passaggio da Kigali Golf, il cronometro non gli ha dato ragione: a 20 km dal traguardo, il margine era ancora superiore al minuto e anzi cresceva. Così, l’ultimo giro è stato una vera passerella per Pogacar, che ha potuto alzare le braccia con un vantaggio di un minuto e mezzo su Evenepoel, conquistando la seconda maglia iridata consecutiva. Dietro, il bronzo è andato a un brillante Ben Healy, capace di staccare Skjelmose nel finale. Molto più staccati sono arrivati gli altri, con Toms Skujins in quinta posizione e Giulio Ciccone in sesta, migliore degli italiani, autore di una corsa generosa che lo ha visto resistere tra i più forti e poi avere ancora lo spunto per battere allo sprint Del Toro e Ayuso. Kigali ha dunque incoronato ancora una volta Pogacar, che con questa vittoria consolida il suo ruolo di dominatore assoluto dell’epoca. Due Tour de France, diverse classiche monumento e adesso anche la conferma della maglia iridata, conquistata non con la tattica o con l’attesa, ma con un gesto di forza pura, da vero campione capace di cambiare il volto della corsa a oltre cento chilometri dal traguardo.

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