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NEI GUAI PER IL DIALETTO sul porto d’armi che ferì un uomo: cacciatore di Novara ASSOLTO 

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La Corte d’appello, presieduta da Carmelo Blatti, in parziale riforma della sentenza di primo grado, ha assolto, con la formula più ampia, “perché il fatto non sussiste”, il cacciatore 54enne Alfio Antonio Buemi originario di Novara di Sicilia, imprenditore agricolo di fatto domiciliato a Terme Vigliatore, ribaltandone le accuse.

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Decisive le prove dei carabinieri del Ris (periti della Corte) che hanno confermato la validità delle trascrizioni dal linguaggio galloitalico novarese, antico idioma originario dell’antico

Monferrato, inserito nel R.E.I.S. – “Registro Eredità Immateriali della Sicilia”. Secondo i legali della difesa – consulenti e Ris «hanno confermato ciò che ha sempre detto il prof. Alessandro De Angelis, esperto linguista : “Il Buemi parlava in terza persona”».

Sono state invece confermate le condanne di primo grado alla pena di 2 anni 4 mesi di reclusione e 1.600 euro di multa, per Filippo Pietrafitta, 73 anni di Mazzarrà, noto per essere stato presidente di una squadra di ciclisti nella quale iniziò la carriera il campione Vincenzo Nibali; e a 3 anni e 1 mese per Antonino Filippo Pietrafitta, 25 anni, di Furnari, (rispettivamente difesi dai legali Lanza e Ciminata).

Le parole al centro del processo erano state intercettate durante le indagini e tradotte in maniera errata dai militari dell’Arma e da una consulente nominata allora, durante il dibattimento, dal Tribunale di Barcellona. Buemi era stato condannato in primo grado a 1 anno e 8 mesi con la sentenza dell’11 aprile 2024, scontando, dopo l’arresto, 14 mesi di domiciliari, insieme a Filippo Pietrafitta e Filippo Antonino Pietrafitta.

Nel dispositivo, i giudici hanno assolto Alfio Buemi dall’accusa di avere partecipato illegalmente, senza averne il porto d’armi con detenzione illecita delle stesse, tra il 22 e il 23 gennaio 2024, ad una battuta di caccia ai cinghiali in cui rimase ferito un marocchino – che veniva utilizzato per stanare le prede – “perché il fatto non sussiste”. L’uomo fu accompagnato al pronto soccorso.

Determinante, ai fini dell’assoluzione di Buemi, il lavoro degli avvocati Giovanni Domenico Cicala e Fabio Catania, che in appello hanno puntato sulla erronea interpretazione linguistica di una conversazione intercettata, sostenuta dal contributo scientifico di Salvatore Buemi e Salvatore Bartolotta, gia’ vicesindaci e di Angela Puglisi, presidente della Pro Loco Novara di Sicilia, con preziose relazioni sull’uso e le sfumature semantiche della parlata galloitalica.

(Giovanni Luca Perrone)

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