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Novara di Sicilia. La Solenne Apoteosi dell’Assunta 

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C’è stata un’epoca, a Novara, nella quale si festeggiava come Patrona la Madonna della Lettera, perchè così aveva voluto l’Universitas Novariæ nel 1664, per “imitare la città di Messina”. Non sono passati nemmeno due secoli che il culto della Madonna Assunta, la quale devozione si è rapidamente diffusa, si è sostituito a quello della Madonna della Lettera che non viene festeggiata se non come protettrice dell’Arcidiocesi.

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E così oggi, e da tempo immemore, è l’Assunta la prima Patrona e Protettrice di Novara di Sicilia che continua a celebrarLa anno dopo anno con grande Fede e partecipazione, assieme a Sant’Ugo Abate, per primo chiamato a guidare l’Abbazia di Santa Maria Annunziata in Vallebona.

Nessuno storico locale ha scritto nelle sue opere come sia nata quella che noi oggi chiamiamo la “Solenne Apoteosi dell’Assunta”. Il Di Pietro parla di un’antica tradizione legata al Festino dell’Assunta e di Sant’Ugo Abate, co-Patrono del paese. E’ molto facile immaginare che a partire dall’arrivo del simulacro della Madonna Assunta, nel 1764, per festeggiare la sua Assunzione al Cielo, si facesse una processione con le statue che già c’erano, e man mano che ne arrivavano di nuove si aggiungevano al corteo che accompagnava la Vergine in processione, fino a raggiungere il numero di quattordici, forse sedici, più i Patroni.

Il 14 agosto le statue arrivavano in processione solenne al Duomo, seguite dalle confraternite e dal clero. Il 15 agosto alle 21:00 le statue condotte a spalla dai fedeli e disposte in modo gerarchico attorno alla Vergine Assunta, facevano la loro processione.

Il Quindicesimo – Sant’Ugo Abate 

E’ doveroso, tuttavia, fare una precisazione, perché ancora oggi si cade facilmente in questo errore. Un tempo, fino al 1951 erano effettivamente quattordici i Santi che il 14 agosto giungevano al Duomo in processione solenne, accompagnati dal popolo, dal clero e dalle Confraternite, ed erano sempre in quattordici ad accompagnare l’Assunta, il 15 agosto fino a Piazza Abbazia. Arrivati lì essi si disponevano a corona attorno alla Madonna e in seguito al canto delle litanie, il Fercolo di Sant’Ugo Abate si univa ai Santi che accompagnavano la Vergine. Ecco che i quindici Santi potevano riprendere la processione. Questo è il racconto che fanno sia il Di Pietro che il Pitrè del Festino.

Angelo Sofia aggiunge che l’Assunta e i quindici simulacri facevano una sosta anche nella Piazza Bertolami, la principale del paese, nella quale si cantavano e si cantano tuttora nuovamente le litanie e si impartiva la benedizione e che la Processione era accompagnata da seminaristi ma non dalle Confraternite. La narrazione che viene fatta della festa ci dimostra che il Festino è sempre stato vivo, figlio dei tempi nei quali si svolgeva, senza l’immutabilità che di solito si attribuisce erroneamente alla parola “tradizione”. Infatti la Piazza Michele Bertolami è stata completata solo nel 1908, come noi oggi la conosciamo, quindi è impossibile pensare che prima di quella data ci fosse lo spazio necessario per accogliere i vari Santi e che sia stato necessario del tempo per comprendere che quel luogo sarebbe diventato il fulcro della vita novarese, anche del Festino.

Un tempo, il 16 agosto i Santi seguivano anche Sant’Ugo Abate nella Sua processione e dopo averlo riaccompagnato al Duomo, dove sostava una settimana, ritornavano tutti nelle loro chiese di appartenenza. Tutti gli storici locali sono concordi nel dire che, nonostante la presenza dei Santi, si trattava di una processione “minore”, perché mancava l’Assunta. Il Festino si svolse sempre regolarmente, ad eccezione di alcuni anni, durante le due guerre mondiali, almeno così ha sempre raccontato don Enrico Ferrara. Negli anni in cui la Chiesa Madre fu chiusa a causa dei danni del terremoto di Messina del 1908, l’Assunta usciva dalla Chiesa dell’Annunziata.

La festa

La giornata che dava e dà realmente inizio al Festino dell’Assunta e di Sant’Ugo è il 31 luglio. Ancora oggi, in qualsiasi giorno della settimana ricada, a mezzogiorno, i devoti e i fedeli si organizzano per suonare le campane di tutte le chiese di Novara di Sicilia, per quindici minuti pieni. Questo è il segnale vero e proprio che indica che ‘ntrasi a festa e contestualmente vengono esplosi dei colpi a cannone (in novarese a mascattaria), che si ripeteranno alle ore 18:00. Verso le 19:00 si svolge “A purtada da Madonna o so logu”. Una processione interna al Duomo nella quale la Vara viene spostata dal davanti della cappella fino al centro della chiesa (transetto sinistro). In questo breve percorso, i portatori adottano una particolare camminata, si ha l’impressione che la Madonna dondoli: vengono fatti tre passi avanti e due indietro. L’Assunta viene fatta affacciare sulla porta centrale del Duomo e poi fermata “o so logu”.

Dal 31 luglio inizia la quindicina, cioè quindici giorni di preghiere dedicate alla Vergine, mattina e sera e nello stesso tempo inizia “a chinnicea” dei bambini e ragazzi. I giovanissimi abitanti di Novara sono coinvolti in un giro lungo le vie del paese, portando a spalla una piccola varetta che contiene la tradizionale immagine dell’Assunta e cantando la canzoncina, anch’essa tradizionale, “Evviva Maria”. A conclusione del canto, i bambini esclamano secondo tradizione “carchi cusitta pa’ Madinnuzza” chiedendo un piccolo contributo economico che poi dividono in parte con la Chiesa, come offerta per la festa, e tra di loro.

Il 14 agosto, di nuovo, come il 31 luglio, venivano e vengono suonate le campane di tutte le chiese, alle 12:00 e per quindici minuti.  Fino a settant’anni fa, era l’orario dei Vespri che vedeva arrivare i simulacri dei Santi al Duomo. Nel 1951 un divieto dell’Arcivescovo di Messina vietò l’uscita di più statue in contemporanea e mise fine al Festino come lo si conosceva fino a quel momento. Ne nacque così un nuovo, figlio di quelle regole non scritte che miravano a non far perdere la solennità della festa e la devozione dei novaresi verso la loro Patrona che hanno continuato a mantenere nel tempo i vari rituali “di prima” ad eccezione della processione con tutti i Santi. In quella che fu la nuova versione della festa, il 14 agosto, dopo il suono delle campane, dopo i colpi di mascattaria, all’imbrunire, è Sant’Ugo Abate a raggiungere la Chiesa Madre in processione solenne accompagnato dalle confraternite.

Il 15 agosto è una giornata cruciale per la vita religiosa e civile di Novara di Sicilia. Alle ore 11:00 si celebra il Pontificale. Alle ore 19:00 viene celebrata la Messa dedicata specialmente ai portatori della Vara. Nei giorni precedenti il simulacro della Vergine è stato preparato per l’uscita: è stata adornata con gli ori e gli argenti ex voto, è stata circondata da circa centonovanta candele e infine composizioni di fiori sono stati fissati ai quattro lati della Vara. Alle 20:45 ci si dispone per dare inizio alla solenne processione. Si procede all’accensione della prima candela, per proseguire con le altre. Alla fine di questo momento tutti i portatori si inginocchiano per cantare l’Ave Maris Stella ed infine alle 21:00 sollevare la Vara al grido di “E’ viva” e dare il via alla processione nella quale la Vergine è portata rigorosamente a spalla. La trionfale uscita della Madonna è accolta dal suono delle campane del Duomo, un tripudio di fuochi d’artificio e dalla banda musicale che la seguirà per tutto il percorso, invariato rispetto a quello antico: da Piazza Duomo a Piazza Abbazia a cui segue la sosta di un’ora che si conclude con la litania e uno spettacolo di fuochi artificiali, da Piazza Abbazia a Piazza Bertolami a cui segue un’altra sosta di un’ora che si conclude anch’essa con la litania e uno spettacolo di fuochi artificiali e infine il rientro al Duomo verso le 02:00 del mattino.

Il 16 agosto è la giornata dedicata alla processione di Sant’Ugo Abate. Il Festino, è riuscito a trovare una nuova dimensione.

La Solenne Apoteosi dell’Assunta.

Perdere la memoria della propria identità è probabilmente la cosa più terribile che può succedere, anche per una comunità. Così, in occasione del grande Giubileo del 2000, un gruppo di novaresi, capitanati dall’Arciprete di Novara di Sicilia dell’epoca, l’indimenticabile don Enrico Ferrara, grazie alla benevolenza di Mons. Giovanni Marra, Arcivescovo di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela, riuscì a far sì che l’antico Festino non venisse del tutto cancellato. Nacque così la Solenne Apoteosi dell’Assunta. La festa in queste modalità, potrà svolgersi ogni cinque anni; vigendo ancora il divieto di portare più simulacri di Santi in processione assieme, Essi non arriveranno al Duomo né ritorneranno nelle loro Chiese di appartenenza in forma solenne, non potranno ripercorrere l’intero percorso con la Vergine, ma solo un tratto, quello finale, del rientro in Chiesa. In occasione dell’Apoteosi, nei giorni precedenti il 15 agosto, le statue dei Santi ad eccezione di Sant’Ugo Abate che giunge il 14 agosto, raggiungono il Duomo. L’intera celebrazione del 15 agosto, viene anticipata di circa un’ora. Alle ore 20:00 i simulacri dei Santi iniziano ad uscire accompagnati dal suono delle campane, dai fuochi d’artificio e dalle bande musicali fino alla Piazza Bertolami. Lì, le statue, vengono disposte in semicerchio in attesa della Vergine Assunta, che percorre le vie del paese secondo il rito tradizionale, e rappresentare al suo arrivo in piazza, con litanie, canti e fuochi d’artificio, la Sua Assunzione in Cielo tra schiere di Santi e in un’atmosfera gloriosa e festosa. La celebrazione finisce con il rientro dei Santi e per ultimo il rientro della Vergine Assunta, alle 03:00 del mattino, termina la giornata di festa. Il 16 agosto è il giorno della festa di Sant’Ugo Abate, che però, continua a fare la sua processione in solitaria poiché al secondo Patrono non è stato concesso l’accompagnamento dei Santi com’era un tempo. Uno spettacolo notturno di fuochi artificiali concluderà definitivamente i festeggiamenti.

I Santi della Solenne Apoteosi dell’Assunta.

A fare corona alla Vergine, in ordine di uscita troviamo:

S. Rocco 

Santo francese. Patrono dei farmacisti, assicurativi, operatori sanitari, contagiati, emarginati, viandanti e pellegrini, volontari, cani, protettore delle ginocchia e delle articolazioni. È festeggiato il 16 agosto. Statua in legno del XVI  secolo.

S. Gregorio Magno 

Un santo italiano, il sessantaquattresimo (64°) Papa della Chiesa Cattolica. Patrono dei Cantanti, dei musicisti e dei Papi. È festeggiato il 3 settembre. Statua in cartapesta del XIX secolo.

S. Sebastiano Martire 

Santo italiano protettore degli arcieri, modello di vita per la gioventù di Azione Cattolica, patrono dei Vigili Urbani d’Italia e compatrono di Roma. È festeggiato il 20 gennaio. Statua in legno del XVI secolo.

S. Francesco d’Assisi 

Santo italiano, Patrono d’Italia, protettore degli animali, dei poeti, dei commercianti, degli ecologisti. È festeggiato il 4 ottobre. Statua in legno del XVI secolo.

S. Rosalia

Una santa vergine italiana, da Palermo. Protettrice di chi è solo e dei disoccupati che sono in cerca di lavoro. È festeggiata il 15 luglio ed il 4 settembre. Statua in legno del XIX secolo.

S. Antonio Abate 

Un santo d’Alessandria in Egitto. Patrono degli eremiti, dei monaci e dei canestrai e protettore degli animali. È festeggiato il 17 gennaio. Statua in legno del XVI secolo.

S. Caterina d’Alessandria

Una santa da Alessandria in Egitto. Patrona delle sarte, degli studenti, di chi studia giurisprudenza, dei filosofi, dei mugnai, dei ceramisti e dei cartai. È festeggiata il 25 novembre. Statua in legno del XVI secolo.

S. Francesco di Paola 

Un santo italiano da San Paola in Calabria. Patrono di Calabria, e di Sicilia. Protettore dei naviganti e dei pescatori. Invocato contro gli incendi, la sterilità e le epidemie. È festeggiato il 2 aprile. Statua in legno del XIX secolo, opera di Cardella D’Agrigento.

S. Antonio di Padova 

Un santo portoghese. Patrono dei poveri, degli oppressi, delle donne incinte, degli affamati, dei viaggiatori, degli animali, degli oggetti smarriti, dei pescatori, dei cavalli, dei marinai, dei nativi americani, dei fidanzati e del matrimonio. È festeggiato il 13 giugno. Statua in legno del XVII secolo.

S. Marco Evangelista 

Uno dei quattro evangelisti del Nuovo Testamento. Protettore di Venezia, dei marinai e di tutti gli uomini ridotti a ogni forma di schiavitù. È festeggiato il 25 aprile. Statua in legno del XVI secolo.

S. Giorgio Megalomartire 

Un santo dalla Cappadocia. Protettore degli arcieri, dei cavalieri, dei soldati, degli alabardieri, degli armaioli, dei piumaroli (elmo), del movimento scout e anche delle donne. È festeggiato il 23 aprile. Statua in cartapesta del XVI secolo.

S. Filippo d’Agira 

Un santo siriano. È invocato contro le tentazioni, contro i pericoli, contro i demoni, contro le calunnie e contro ogni genere di malattia. È festeggiato il 12 maggio. Statua in legno del 1721. La vara, nella celebrazione dell’ultima solenne apoteosi (2015) è stata addobbata dagli amici di S. Filippo.

S. Michele Arcangelo 

Uno degli 3 Arcangeli. Patrono dei Poliziotti, dei Radiologi, dei Droghieri e della Brigata paracadutisti. È invocato contro ogni attacco del maligno e contro ogni tentazione. È festeggiato il 29 settembre. Statua in legno del XIX secolo.

S. Giuseppe 

Sposo casto della Vergine Maria e Padre putativo di Gesù. Patrono della Chiesa universale e protettore dei falegnami, dei carpentieri, dei lavoratori, dei moribondi e dei procuratori legali. È festeggiato il 19 marzo. Statua in legno del XVIII secolo.

S. Ugo Abate 

Un santo francese e Padre nella fede e Patrono del popolo novarese. A lui sono cari i campi e gli uomini che li lavorano e per questo è invocato contro la siccità. Chi vuole conservare la fede e la purezza di vita avrà in lui un valido sostenitore. È festeggiato liturgicamente il 17 novembre. Come Patrono secondario di Novara di Sicilia, è festeggiato il 16 agosto. Il Fercolo che ospita le Sue reliquie è del XVIII sec.

Riconoscimento istituzionale

Nel mese di aprile 2016, la Festa dell’Assunta di Novara di Sicilia è stata ufficialmente iscritta nel Registro delle Eredità Immateriali della Regione Siciliana, all’interno del Libro delle celebrazioni, delle feste e pratiche rituali, quale espressione esemplare del patrimonio culturale e religioso dell’isola.

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(Angela Pantano)

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