Una storia “da film” di un matrimonio che dopo un solo anno è finito. La notizia che lascia la coppia basita è che, nonostante la cerimonia in chiesa davanti al parroco del santuario della Madonna di Montalto a Messina (nel marzo 2009) quando chiede la separazione, scopre che la loro unione non è mai stata registrata. Quindi, per lo Stato non sono mai stati sposati. Fatale una dimenticanza di Don Lorenzo, il parroco che ha celebrato il matrimonio di Loredana e Giuseppe. Tutto viene alla luce quando avviano le pratiche per la separazione. Il sacerdote si è dimenticato di trascrivere l’atto nei registri dello stato civile. Quindi il fondamentale adempimento per cui il matrimonio religioso celebrato da un ministro di culto produce effetti civili e legali. Il tempo a disposizione del parroco è di 5 giorni. La scoperta è avvenuta dopo un anno. A quel punto l’unica soluzione era procedere con una trascrizione tardiva del matrimonio, con la firma di entrambi i coniugi, per poter procedere con la separazione giudiziale e rimediare alla grave dimenticanza del parroco. La sposa Loredana, tra l’altro, aveva sostenuto una serie di spese in vista del matrimonio tra cerimonia, bomboniere, viaggio di nozze e arredamento . Aveva anche chiesto due finanziamenti per 66.150 euro complessivi. Ma, a tirarsi indietro, è stato lo sposo Giuseppe. Per lui questa trascrizione tardiva non si doveva fare. Così decide di non firmare. A questo punto la situazione prende una brutta piega, anche perché Loredana reclama tutti i soldi spesi.
La moglie non moglie non si da’ per vinta e va avanti ancora più agguerrita per la sua strada. Porta in tribunale il futuro sposo , il parroco e anche la Curia Arcivescovile di Messina. Chiede che tutti siano condannati in solido al risarcimento dei danni, patrimoniali e non, subiti per la mancata trascrizione del matrimonio concordatario. Ma il tribunale respinge il ricorso della donna sostenendo, tra l’altro che quella di Giuseppe, «non appariva condotta illecita fonte di responsabilità». Lo stesso accade in Appello e in Cassazione (ordinanza n. 24409 del 2 settembre 2025). E inoltre, escludendo la corresponsabilità del prete smemorato, il giudice d’appello ha rilevato che la signora «non aveva dato prova di danni patiti» e comunque «l’omessa trascrizione non impedisce autonoma e diversa azione nei confronti» dell’ex compagno «per la restituzione degli arredi». Niente lieto fine per una vicenda misteriosa a 15 anni dal fatidico “si”.
(Giovanni Luca Perrone)
