Festa grande oggi, giovedì 21 agosto 2025, a Basicò, tutta una comunità festeggia la propria Madonna e nel tardo pomeriggio, dopo la celebrazione della Santa Messa, prenderà avvio la Solenne Processione della bellissima statua posta sull’artistica vara.

Qualche cenno storico sulla festa.
“Un tempo, come ci raccontano gli anziani, la festa in onore di Maria SS. Regina di Basicò veniva celebrata il 22 Agosto, giorno dedicato alla solennità di Maria Regina. Questo almeno fino al secondo dopoguerra quando, per non farla coincidere con la fiera di Montalbano Elicona, che apriva i festeggiamenti in onore di Maria SS. della Provvidenza, venne anticipata al 21 Agosto.
I basicotani hanno sempre chiamato la festa della Madonna con il termine “fera” alludendo non alla fiera del bestiame, che si svolgeva il 3 ottobre, vigilia della festa del Patrono San Francesco d’Assisi, bensì riferendosi ai “firrianti” (venditori ambulanti) che affollavano la via principale e le piazze con pentolame, terraglie e oggetti vari legati al mondo agricolo-contadino. Per tutto l’anno, infatti, si aspettava a “fera d’agustu” per comprare ciò che occorreva per la casa, la campagna, l’allevamento, ecc. mentre bambini e bambine non vedevamo l’ora di comprarsi “u friscalettu” e “a pupa”.
Riguardo al culto esterno, la tradizione ci dice che, certamente, a partire dal Settecento si faceva la tradizionale processione con la statua della Madonna sull’artistico fercolo barocco (realizzato nel 1738). Come si svolgesse la festa prima di quel periodo, non è dato sapersi.
Per la solennità di Maria SS. di Basicò l’imponente Duomo, al suo interno, veniva superbamente “parato” con drappi pregiati, preziosi arazzi, artistici apparati e panneggi decorativi in varie tinte. Indimenticabile il fascino offerto dalla Chiesa Madre con le sue stoffe (bianche, rosa e azzurre) che rivestivano le arcate dell’altare maggiore, del transetto e della navata centrale. “…Tutto esprimeva al cuore come un inno di alata poesia soavemente educata alla penombra delle bianche arcate, nella memorabile messa pontificale cantata…”.
Come ci conferma la sig.na Maria Amodeo, la Novena e la Santa Messa erano allietate dal possente suono dell’organo (donato dai Baroni Foti) accompagnato dal coro (a tre voci) che nel tempo è stato sia maschile (giovani dell’Azione Cattolica) che femminile (gruppo salesiano) ognuno dei quali era composto da oltre venti elementi. Storici organisti della Parrocchia sono stati: padre Di Stefano, il maestro Castorino, il prof. Santalucia, suor Elena e la stessa sig.na Maria Amodeo.
Imponente era la processione della Vara con l’artistica statua della Madonna di Basicò. Il corteo era aperto da una croce d’argento, preziosa e interamente cesellata, portata dai chierichetti; disposti su due file seguivano nell’ordine: gli “angioletti”, le “aspiranti”, le “figlie di Maria” e le “ex allieve” dirette dalle suore salesiane con il relativo stendardo di Maria Ausiliatrice; si accodavano i “figli di Maria Immacolata” facilmente individuabili per la medaglia, il nastro azzurro e il relativo stendardo della Madonna; poi vi erano i giovani dell’Azione Cattolica, con la caratteristica bandiera e lo stendardo con l’effigie di Santa Teresa; infine, gli appartenenti al Terz’Ordine Francescano con il magnifico e antichissimo stendardo di San Francesco d’Assisi.
La Vara della Santa Vergine, sia per la tradizionale Novena che per l’uscita in processione, era interamente addobbata con piante di profumato basilico, curate molti mesi prima per l’occasione.
Il fercolo usciva dalla porta centrale sprovvisto della sfera con la croce a causa dell’altezza. Sul sagrato, appena fuori dal Duomo, il globo con la croce veniva posto in cima alla Vara, che sfilava per le vie del centro in tutta la sua imponenza e maestosità.
Nella stretta Via Roma, però, il passaggio della Vara era consentito solo con l’ausilio di lunghe canne o appositi bastoni, chiamati “furceddi”, per alzare i fili con cui toccava la cima del fercolo. Una di quelle tante volte, purtroppo, la sfera con la croce cadde per terra e miracolosamente non colpì nessuno dei sottostanti portatori il che, data la consistenza lignea della stessa e l’altezza da cui cadeva, poteva causare conseguenze funeste. Si racconta che quella stessa notte, in prossimità di quell’incidente, una casa andò in fiamme. Comunque, da allora, mai più venne uscita la Vara della Madonna di Basicò completa di croce”.
FONTE: Pasqualino Raffa – “La festa nella storia” – Tratto da: “Il culto e la devozione alla Madonna di Basicò – Viaggio tra arte, fede, storia e trazione dell’antica terra del Basilikon” – (A.D. 2014).
