Era accusato di usura aggravata, ma è stato assolto perché il fatto non sussiste. Sul banco degli imputati presso il Tribunale di Patti, presieduto dalla Dott.ssa Marino, al quale è stato contestato l’art. 644 del c.p., è finito Felice Scaffidi, 61 anni di Patti, il quale, secondo l’accusa, per la restituzione di un prestito, avrebbe chiesto interessi a carattere usuraio.

Nel 2009, avrebbe corrisposto euro 150.000,00, sotto forma di due assegni circolari dell’importo di euro 75.000,00 ciascuno intestati ad una parente della parte offesa. La stessa parte offesa, ex proprietario di una ditta dedita alla vendita di auto, di 52 anni, originario di Barcellona P.G., residente a San Filippo del Mela, restituiva a Scaffidi due assegni uno di ammontare pari ad euro 125.000,00, l’altro di euro 49.000,00; l’eccedenza di euro 24.000, rispetto al capitale, rappresentava il tasso di interesse applicato che l’ex titolare della ditta si impegnava a versare nell’arco dei successivi mesi a partire dal mese di gennaio 2010.
Nel 2010, ottenuto un nuovo prestito di circa 134.000,00 euro, la parte offesa, inizialmente si obbligava a consegnare allo Scaffidi due assegni l’uno del valore di euro 84.000,00, l’altro di euro 75.000,00 e quattro effetti cambiari del valore complessivo di euro 24.000,00 e successivamente veniva obbligato ad emettere cinque assegni per un totale di euro 25.000,00, a sottoscrivere una scrittura privata con la quale si riconosceva al predetto un credito di euro 126.000,00 ed infine a versare il corrispettivo di altri tre effetti cambiari del valore di euro 6.000,00 ciascuno. Durante la requisitoria, il P.M. Dott.ssa Lombardo aveva chiesto per l’imputato la condanna a 9 anni.
Secondo la tesi difensiva degli avv.ti Pinuccio Calabrò e Tino Giusto, più operazioni economiche, senza interessi, non costituivano reato, ed alla fine è arrivata l’assoluzione dell’imputato perchè il fatto non sussiste.
