Un 33enne originario del comprensorio di Patti è stato condannato a 6 mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena, con il reato di gravi minaccie ai danni della sua ex fidanzata.

Secondo l’accusa, dal 2018 in avanti, l’imputato avrebbe rivolto frasi gravemente offensive, vessazioni e minacce alla vittima che aveva mantenuto un rapporto di amicizia con l’ex compagna dell’uomo nonostante la loro relazione fosse finita. La ragazza veniva quindi fatta oggetto di un clima di terrore caratterizzato da ripetuti maltrattamenti e reiterati atti di molestie, arrivando anche a porre in essere nei sui confronti percosse e a procurale lesioni. Grazie al lavoro di indagine degli agenti del Commissariato di Patti si è riusciti a ricostruire differenti episodi della vicenda, determinati dalla forte gelosia dell’uomo; questo lo avrebbe spinto a comportamenti aggressivi ed offensivi, alle minacce e alle percosse in più occasioni, anche in presenza del figlio minore e costretta a subire limitazioni della propria libertà personale. Esasperata da veti e regole paradossali imposte dalla gelosia, come addirittura quello di non affacciarsi al balcone di casa per non essere vista e intercettare l’attenzione di altri uomini o donne e preoccupata dalla crescente violenza dell’ex, la giovane ha scelto di interrompere ogni rapporto. Questo avrebbe ingenerato nel 33enne una condotta ancor più ossessiva, caratterizzata da appostamenti, pedinamenti, continui messaggi e telefonate connotati da insulti e minacce. Infine, in un’occasione, a notte fonda l’uomo avrebbe cercato di sfondare la porta dell’abitazione della ex compagna, fortunatamente non riuscendovi, per poi indirizzare la sua rabbia sull’autovettura di una terza persona, danneggiandola.
Per tali circostanze il 33enne era stato già raggiunto dal divieto di avvicinamento e di comunicare con qualsiasi mezzo con la donna. Il giudice del Tribunale di Patti Eleonora Vona, all’esito del dibattimento processuale nel quale l’accusa aveva chiesto la condanna a 2 e mesi 8 di reclusione, ha riqualificato l’imputazione escludendo l’ipotesi di stalking a carico del 33enne, difeso dall’avvocato Antonio Spiccia, ritenendolo responsabile delle sole minacce e al pagamento delle spese processuali.
(Giovanni Luca Perrone)



