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Politica. Congresso Regionale, il PD si spacca

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Cracolici ritira polemicamente la candidatura, ma Barbagallo tira dritto.

In una conferenza stampa di qualche giorno fa Cracolici accende i riflettori sulla situazioneinterna al PD siciliano, partendo dal proprio passo indietro: “Ritiro la mia disponibilità alla candidatura ma non rinuncio alla battaglia politica. La mia disponibilità a candidarmi è venuta meno.
Ho avvertito un certo disinteresse, da parte della segreteria nazionale. Se a quest’ultima non interessa il destino del Pd in Sicilia, vada come deve andare. Temo che questo sarà un congresso che durerà a lungo – conclude Cracolici – e che potrà avere strascichi nella vita del nostro partito, mi auguro solo che il mio sia un timore sbagliato”.
Cracolici aveva già esternato quello che stava accadendo all’interno del Pd, una lotta intestina a via anche di ricorsi per dubbi su eventuali brogli durante l’assemblea regionale del gennaio scorso.
Le accuse di brogli sono arrivate da alcuni dirigenti dem siciliani, tra cui anche il capogruppo del Pd all’Ars, Michele Catanzaro, che parla di “persone risultate decedute o in realtà collegate o che non avevano diritto al voto”.
A quanto pare, dalle dichiarazioni della parte del partito che si oppone alla ricandidatura di Anthony Barbagallo (area Schlein) c’erano 206 persone collegate delle quali solo 88 avrebbero avuto il diritto al voto. 65 collegati non erano componenti dell’assemblea e a quanto pare hanno espresso il voto, ma ancora peggio, gli altri 52 erano collegati con profili falsi o non riconducibili a nessuno.
Catanzaro incalza sarcasticamente con una metafora che prende spunto dagli avvenimenti degli ultimi giorni, ma che spiega molto bene il clima che si respira i questo momento in casa dem: “È più facile eleggere un Papa al conclave che un segretario del Pd siciliano”.
In questo momento il congresso siciliano del Partito Democratico vede candidato solo il segretario uscente Anthony Barbagallo dell’area del Segretario nazionale Elly Schlein, con il problema della minoranza interna che annuncia una possibile diserzione per l’appuntamento congressuale.
Come afferma, il deputato regionale Fabio Venezia, uno degli eventuali aspiranti alla segreteria regionale: “Noi non parteciperemo a un congresso regionale frutto di forzature e brogli. Il Pd non è una loggia massonica segreta e Barbagallo ha il dovere di pubblicare l’elenco di coloro i quali hanno votato online il 27 gennaio approvando il regolamento congressuale. Se Barbagallo lo farà (dubito fortemente), io domani mattina presenterò la mia candidatura”.
Pd siciliano vittima di guerre intestine, mentre Elly Schlein tace, ma come dice Cracolici: “Quel che succede in Sicilia avrà conseguenze anche a Roma”.
Ad ogni modo, Barbagallo non sembra subire ripercussioni e tira dritto per la sua strada chiosando: “Dispiace che una parte del partito abbia deciso di sottrarsi”.

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