18.1 C
Milazzo

Ponte sullo Stretto, dai POSTI di LAVORO allo STOP della CORTE DEI CONTI: LE REAZIONI 

Pubblicato il :

Neanche il tempo di annunciare in pompa magna la prossima apertura delle selezioni per i lavoratori del ponte da parte della WeBuild (il consorzio che dovrebbe occuparsi dei lavori di costruzione) che, in una manciata di ore, sul progetto di collegamento tra Calabra e Sicilia cala (ancora) la mannaia della Corte dei Conti. L’ufficio di controllo ha infatti considerato non sufficienti le integrazioni fornite dalla società guidata da Pietro Ciucci, decidendo così di rivolgersi all’organo collegiale della stessa Corte che, entro il 7 novembre, deciderà della sorte di una delle grandi opere più costose (e contestate) della storia recente. Arriva quindi un altro forzato rinvio per l’opera diventata cavallo di battaglia del vicepremier leghista Salvini, che da quasi due anni continua a indicare, quasi a caso, le date per l’apertura dei cantieri.

- Advertisement -

Tante le criticità segnalate dai giudici contabili che, chiamati a decidere sulla delibera del Cipess dell’agosto scorso, hanno nuovamente mosso rilievi sul versante procedurale, sul progetto definitivo e sulla conformità con le regole europee rispetto alle direttive ambientali ed economiche. Tra i punti maggiormente dolenti evidenziati dalla Corte dei Conti resta la reviviscenza del contratto, firmato ai tempi del governo Berlusconi e resuscitato (assieme alla Stretto di Messina spa) su iniziativa del governo Meloni. I giudici contabili temono infatti che i 13,5 miliardi necessari a costruire l’opera sfondino il tetto massimo d’aumento (fissato dalle regole europee sotto il 50% del totale) per evitare una nuova gara d’appalto: nonostante le integrazioni fornite dalla Stretto di Messina infatti, per i giudici contabili «permangono dubbi in ordine alla conformità della complessiva operazione alle menzionate disposizioni e ai principi di derivazione eurounitaria, segnatamente quello di concorrenza». A complicare i piani di Salvini (che a Reggio chiuse la campagna elettorale per le regionali di ottobre annunciando 120 mila posti di lavoro) c’è la grana della relazione Iropi (Motivi imperativi di rilevante interesse pubblico), utilizzata dal governo per nascondere sotto il tappeto le criticità su Via (Valutazione di impatto ambientale) e Vinca (Valutazione di incidenza) evidenziate dall’Ue. Nella sostanza, per bypassare le falle sulle direttive comunitarie sul rispetto di vincoli ambientali, il governo ha legato il ponte a motivi imperativi di ordine pubblico, tagliando fuori di fatto le numerose incongruenze ambientali venute fuori dal progetto. Per la Corte infatti servono nuove verifiche sulla coerenza del progetto con la normativa Ue vigente. E ancora, dubbi sul dossier fornito, a cui mancherebbero documenti fondamentali, e sulla mancata richiesta del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti e del nucleo di consulenza per l’attuazione delle linee guida per la regolazione dei servizi di pubblica utilità.

Il ministro Giorgetti minimizza: «Se ci sono delle cose da perfezione si perfezioneranno». Non l’ha presa bene invece il senatore messinese della Lega Nino Germanà: «La Corte dei conti dimostra un’ostilità senza precedenti». Il segretario confederale della Cgil Gismundo attacca: «Il governo dovrebbe ritirare il progetto e aprire un confronto vero sulle infrastrutturale in Calabria e Sicilia».

- Advertisement -

Articoli Correlati

- Advertisement -spot_img
- Advertisement 4 -spot_img