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Ponte sullo Stretto STOPPATO DALLA CORTE DEI CONTI, IL PD: “Salvini sia chiaro”

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La Corte dei conti mette i bastoni tra le ruote al governo Meloni sul Ponte sullo Stretto. I magistrati contabili hanno rinviato l’approvazione della delibera Cipess, chiedendo risposte puntuali entro venti giorni e invitando lo stesso organismo interministeriale a ritirare in autotutela il provvedimento. Ovvero, per ora i cantieri restano fermi.

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Mancano i pareri del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, restano inevasi i rilievi del ministero dell’Ambiente sulla Via-Vas (con tanto di richieste da Bruxelles) e soprattutto non tornano i numeri. La Corte chiede chiarimenti su oneri e criteri di spesa, distinguendo ciò che ricade sulla progettazione definitiva e su quella esecutiva, oltre alle raccomandazioni mai chiarite del Comitato scientifico.

Senza delibera Cipess in Gazzetta ufficiale, Salvini non può neppure inaugurare i cantieri preparatori: farlo esporrebbe lo Stato a rischio di danno erariale. Nel frattempo, il contratto con i privati è già firmato: se l’opera non parte per colpa pubblica scatteranno le penali.

“Tutti i chiarimenti e le integrazioni chieste dalla Corte dei Conti fanno parte della fisiologica interlocuzione tra istituzioni e saranno fornite nei tempi previsti, a maggior ragione per un’opera così rilevante. Il Ponte sullo Stretto non è in discussione e gli uffici competenti sono già al lavoro”. Così una nota del Mit.

Tra i nodi procedurali, i magistrati segnalano che «date le peculiari modalità – condivisione di link che rimanda al sito istituzionale della società Stretto di Messina – con le quali sono stati trasmessi a questo Ufficio alcuni degli atti oggetto di controllo e la documentazione a corredo, si chiedono chiarimenti in ordine alla formale acquisizione di detti atti da parte del Mit e di codesto Comitato in vista della successiva approvazione». La Corte ricostruisce poi i passaggi della delibera e la tempistica di trasmissione e aggiunge: «Si chiedono chiarimenti al riguardo anche con riferimento alla tempistica osservata per la trasmissione del provvedimento Mit-Mef con cui è stato assentito il terzo atto aggiuntivo».

«Parimenti – si legge nel documento – sotto il profilo procedurale, in disparte le considerazioni in punto di legittimità, si chiedono chiarimenti in merito alle valutazioni svolte da codesto Comitato in relazione all’efficacia della delibera del Consiglio dei ministri del 9 aprile 2025 con la quale: è stata approvata la relazione relativa ai motivi imperativi di interesse pubblico; è stato preso atto dell’assenza di idonee alternative progettuali; è stata dichiarata la sussistenza di motivi imperativi di interesse pubblico legati alla “salute dell’uomo e sicurezza pubblica o relative conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente”».

I giudici contabili chiedono inoltre aggiornamenti «alla luce di recenti notizie di stampa» sull’interlocuzione avviata con la Commissione europea, dopo l’informativa trasmessa dalla Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Ue l’11 giugno 2025. Sul fronte economico, la Corte evidenzia «perplessità in merito al disallineamento tra l’importo asseverato dalla società Kpmg in data 25 luglio 2025 – quantificato in euro 10.481.500.000 – e quello di euro 10.508.820.773 attestato nel quadro economico approvato il 6 agosto 2025».

Altro punto critico riguarda le stime di traffico: «Quanto al piano tariffario di cui allo studio redatto dalla TPlan Consulting – poste a fondamento del Pef – si chiedono chiarimenti in ordine alle valutazioni svolte da codesto Comitato in merito alle modalità di scelta della predetta società di consulenza e agli esiti di detto studio anche in relazione agli approfondimenti istruttori svolti in occasione della riunione preparatoria del Cipess».

Infine, l’avvertimento sui tempi: «Nel trasmettere la presente osservazione, si richiama la disposizione di cui all’art. 41, comma 5, del DL n. 201 del 2011, in forza della quale il tempo intercorrente tra la presente richiesta istruttoria e la risposta dell’Amministrazione non può complessivamente essere superiore a 20 giorni. Trascorso detto periodo, la Sezione potrà decidere allo stato degli atti, ferma restando la facoltà di codesta Amministrazione di ritirare il provvedimento in sede di autotutela».

«La Corte dei Conti ha bocciato la delibera Cipess sul Ponte sullo Stretto con cinque pagine di rilievi tecnici e procedurali. Un fatto che conferma le criticità già emerse sulla sostenibilità economica, sul rispetto delle norme europee e sulle valutazioni ambientali. Non si tratta di un passaggio formale, ma di una sonora bocciatura che mette in discussione l’impianto stesso del progetto. Salvini e il governo devono smetterla con gli annunci propagandistici e spiegare al Paese cosa sta realmente accadendo. Presenteremo diverse interrogazioni parlamentari perché il Parlamento deve essere informato punto per punto, con la massima chiarezza e trasparenza. È in gioco la credibilità delle istituzioni e l’uso corretto delle risorse pubbliche»: è quanto si legge in una nota del capogruppo Pd e del Vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo e Andrea Casu.

(Giovanni Luca Perrone)

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