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Regione Siciliana. Maggioranza battuta dai “franchi tiratori” sulle Politiche abitative

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Bocciato l’art. 1 della legge sulle Politiche abitative e seduta rinviata sul voto finale della legge sulla sanità.

Le elezioni delle ex province sembra non siano state digerite bene dalla politica regionale, infatti, alla prima seduta dell’Assemblea regionale di martedì 6 maggio, la maggioranza parlamentare si è un po’ sfaldata, permettendo alle opposizioni, che strategicamente avevano richiesto il voto segreto (Pd e M5s) , di battere la maggioranza sulla legge che riguardava le politiche abitative e soprattutto sul primo articolo della legge che è stato bocciato con 31 voti contrari e solo 18 favorevoli, i più cattivi indicano nei parlamentari di FdI e della DC i franchi tiratori, in effetti la maggioranza aveva 26 parlamentari in aula, quindo 8 di loro hanno votato contro.

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In effetti, già in IV Commissione (Ambiente, territorio e mobilità) si erano visti degli scontri che potevano dare le prime avvisaglie al governo. Il presidente della IV Commissione è l’autonomista Giuseppe Carta, autonomisti che dalle elezioni per le ex province restano al centro del dibattito per i continui solleciti del leader Raffaele Lombardo, alla ricerca del secondo assessorato nella Giunta Schifani. Ma alla fine la commissione ha valutato positivamente la legge sulle politiche abitative, quindi il problema nasce in aula e probabilmente per altri ragionamenti e con altri gruppi parlamentari. In effetti, per paura di quello che sarebbe potuto succedere in aula, il governo non ha preso una posizione netta su questa norma e quindi ha “lasciato” le decisioni ai vari parlamentari, per lo più votando con il voto segreto, evitando un attacco frontale al governo. Ma sicuramente, seppur vero che non hanno dato indicazioni nette è anche vero che questo passaggio non resterà inosservato.
Le elezioni hanno fatto saltare il coperchio delle tensioni tra i partiti di maggioranza, soprattutto per quel che riguarda il rimpasto in giunta, dove soprattutto gli autonomisti si sentono poco rappresentati, con cinque parlamentari ed un solo assessore.
Il capogruppo di Forza Italia, Stefano Pellegrino, cerca di smorzare le tensioni: “Nessun voto contro il governo. Il voto all’Assemblea Regionale Siciliana su un disegno di legge di iniziativa parlamentare, che contiene norme proposte da forze politiche diverse di maggioranza e opposizione, non può e non deve assumere una connotazione politica. Soprattutto nel momento in cui sull’articolo specifico che è stato respinto il Governo, per bocca dell’assessore Aricò, si era rimesso alle decisioni dell’Aula. È noto – continua Pellegrino – che dopo le recenti elezioni provinciali, che hanno visto la maggioranza che sostiene il governo regionale conquistare oltre il 70% dei seggi, con Forza Italia primo partito, si è avviato un dibattito all’interno del centrodestra, ma tale dibattito – conclude – non ha sicuramente a che vedere con i lavori di oggi (martedì 6 maggio ndr) dell’Assemblea né con l’andamento del voto parlamentare”.
Di fatto il governo copre la bocciatura, spiegando che questo ddl “era di natura parlamentare e non del governo”, come ha specificato l’Assessore del Territorio e dell’Ambiente, Giusi Savarino.
Più festosi invece dall’altro lato dei banchi dove si attacca il governo. Il capogruppo del M5s, Antonio De Luca dice che: “La nuova sonora batosta dimostra che la maggioranza di Schifani è ormai inesistente” , denunciando “un clima di vendette trasversali e bramosia di poltrone”, che si è acuito con le recenti elezioni e con le nomine dei manager della sanità.
I problemi in aula si sono riscontrati anche sulla norma della sanità, dove dopo essere stati votati singolarmente tutti gli articoli, alla votazione finale cade il numero legale che non permette la votazione e rimanda tutto a martedì 20 maggio. Per non parlare di quello che potrebbe accadere sulle variazioni di bilancio che ci sono in vista, con la “manovrina” da 50 milioni di euro.

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