Il segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista va controcorrente e dissente dal Presidente Mattarella.
Eppure anche quando sembra che la Politica sia unita nella difesa del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, compare una voce fuori dal coro. Una voce solitaria, dissonante quella di Rifondazione Comunista (PRC), una voce di un partito ormai lontano dai giorni di gloria, non avendo più la rappresentanza di una volta, ma pur sempre uno degli ultimi partiti ideologici sulla scena politica che ancora rappresenta una parte d’Italia.

Il segretario nazionale del PRC, Maurizio Acerbo, non usa mezzi termini per esprimere il proprio dissenso alle parole del Presidente Mattarella.
“Non mi unisco al coro. Non ho condiviso le parole di Mattarella”, afferma, “nella Costituzione nessun articolo prevede l’infallibilità del Presidente della Repubblica. Con il massimo rispetto ribadisco il nostro dissenso sulla guerra in Ucraina. Quanto alla Russia si può condannare l’invasione senza paragonare al Terzo Reich il paese che pagò il più alto tributo di sangue nella guerra contro la barbarie nazifascista. Soprattutto ricordando che l’Italia fu al fianco di Hitler nella guerra genocida contro l’allora Unione Sovietica.
Non mi unisco al coro di dichiarazioni di solidarietà dei partiti di maggioranza e di opposizione perchè non ho condiviso le parole del Presidente.
Auspico che il Presidente, il governo e il parlamento tutto lavorino per una soluzione di pace del conflitto ucraino”, ha concluso Acerbo.
La sua critica non è contro la figura istituzionale del Presidente, ma contro una visione storica e geopolitica che in questo modo viene sminuita.
Come si può concludere un processo di pace in un conflitto così complesso che ha radici storiche e ideologiche ben definite?
In ogni caso la pace è un obiettivo che richiede uno sforzo congiunto di tutte le potenze e non solo dichiarazioni.
