C’era una volta, in una notte d’estate di un paesino di collina, una festa al castello, dove tutti gli abitanti erano andati per cantare, ballare e divertirsi, avvolti da un incantesimo, che teneva lontane le nuvole minacciose della strega e donava un po’ di frescura e profumo di tiglio nell’aria.

E’ la magia che Roccavaldina, stupendo borgo collinare del messinese, rivolto alle Isole Eolie da un versante e all’Etna da quello opposto, ha vissuto ieri sera con il concerto dei Nomadi, la sempreverde generosa band di Beppe Carletti & Co.
Un fantastico viaggio lungo gli strepitosi successi della loro sessantennale storia, con al centro i valori soffocati, ontologici per Augusto Daolio, verso i quali, per sua natura, tende l’umanità: libertà e pace.
A fare da scenografia al palco, allestito quasi a impedirne l’imponente ingresso, l’affascinante Castello risorgimentale, che chiude a Sud l’armonica Piazza del Popolo, gremita del pubblico, che ha affollato anche la prospiciente salita di Via Umberto I, dalla quale si guadagnava una bellissima vista d’insieme.
Quindi il concerto, atteso dai numerosi fan, soprattutto siciliani e calabresi, già dal pomeriggio, quando il gruppo aveva dato un assaggio dello spettacolo, che si sarebbe vissuto la sera, mentre Carletti e Yuri Cilloni, grandissima voce Nomadi alla quale si unisce quella del bassista Massimo Vecchi, si concedevano generosamente a selfie ed interviste.
Una scaletta dal ritmo alternato, data dall’avvicendamento di ballate e brani rock, ricercata per evidenziare la drammaticità dei temi di alcune canzoni, fino allo strepitoso crescendo finale, con Carletti questa volta alla fisarmonica, di “20 de abril”, “La settima onda”, “Mediterraneo” – amata, eseguita e dedicata dal violinista Sergio Reggioli alla Sicilia -, “Ti lascio una parola (goodbye)”, “Io voglio vivere”, “Un giorno insieme”, “Canzone per un’amica” e “Dio morto”.
Ma prima c’erano state “Dove si va”, “Cartolina da qui”, “Tutto a posto”, Utopia” – una favola nella favola -, “Il vento del Nord”, “Libertà di volare”, “Fiore nero”, “Auschwitz” – con il ritmo che richiama quello dei tamburi del plotone di esecuzione -, “Se non ho te” – l’amore emanato dalle tastiere Carletti e dal violino dell’incipit e nel finale -.
Ma anche il brano strumentale “Suoni”, brillantemente eseguito da Reggioli con appassionata fantasia.
Seguito da “Noi non ci saremo” cantata anche dal pubblico che dopo si è lasciato travolgere dal rock di “Una storia da raccontare”, in cui si sono alternate le bellissime voci di Yuri e Massimo.
Poi il brano pieno di speranza “Io ci credo ancora”, che fa pendant con “Dio Morto”, e il grido di libertà di “Salvador”.
Mentre “Vitti ‘na crozza”, cantata e ballata proprio da tutti, è stato l’omaggio della band alla terra ospite, della quale si dicono innamorati.
Talentuosissimo il batterista new entry, il giovane palermitano Mimmo Inguaggiato, bravo come sempre l’altro siciliano, parmense di adozione, il chitarrista Cico Falzone.
Soddisfattissimo per un inizio così del cartellone estivo 2025, il sindaco si Roccavaldina, Salvatore Visalli, che, nel finale, dal palco, ha ringraziato il “Dipartimento per le pari opportunità” della Presidenza del Consiglio, per il contributo allo spettacolo.
Prima che il sipario calasse sulla magnifica serata, in conclusione benedetta da qualche goccia di pioggia sfuggita alla strega, con le note nostalgiche di “Io vagabondo”, che i fan si sono portati dentro, allontanandosi riluttanti dal palco.
