Chiusi a San Pier Niceto i festeggiamenti in onore di S. Rocco, nella gremita Piazza antistante la sua chiesetta, dominante la valle del torrente Niceto, sulla cui opposta estremità le luci notturne di Monforte S. Giorgio.

É avvenuto ieri sera con lo spassoso spettacolo “Nino Frassica & Los Plaggers Band Tour 2000/3000” caratterizzato dalle tipiche battute artisticamente strampalate del “bravo presentatore”, ottimamente coniugate alle brillanti esecuzioni musicali del gruppo messinese.
Il fil rouge non poteva non essere che i successi delle fortunate trasmissioni televisive di Renzo Arbore degli anni ‘80 “Quelli della notte” e “Indietro tutta”, come Ma la notte no, Vengo dopo il tiggì, Canzone esagerata (c’è chi c’ha), Sì la vita è tutt’un quiz e Grazie dei fiori bis, con la relativa divertente gag della quasi interminabile attesa chiusura sul ritornello finale.
Brani cantati da Frassica “al tempo di tre quarti come ho sentito dire e quindi ripeto”, è stata la sua battuta, ma anche magistralmente dal chitarrista Umberto Bonasera – look di Vasco e brani del cantante di Zocca e dei Pooh, e dal tastierista Ivano Girolamo – che secondo il surreale racconto di Frassica è diventato epicamente musicista contro la volontà dei genitori, ma anche di Moira Orfei (e qui la sua fantasia è stata sconfinata), che lo avrebbero voluto farmacista -.
Molto bella la voce del giovanissimo e simpatico Fabrizio Torrisi, che si è fatto molto applaudire per gli assoli al sax, sui quali si innestavano il basso di Angelo Musumeci – ieri il suo 44° compleanno, ma “ne dimostra 43” è stata la considerazione di Frassica -, e la batteria di Giuseppe Pullia.
Una band, la cui identità – secondo la lunga riflessione teatrale del nostro show man – è derivabile dal brano che hanno scritto “Siamo donne”: battuta con tempi impeccabili che ha suscitato una risata generale.
Ah quasi dimenticavamo di scrivere del secondo tastierista Natale Pagano – e su questo scherziamo -, che Frassica presentava continuamente, trascurando gli altri e soprattutto Torrisi, del quale – ha detto – non si era ancora accorto che suonava con loro.
Non è mancato un sentito ricordo a Pippo Baudo, del quale ha menzionato il suo primo incontro di quarant’anni fa a Gliaca di Piraino, ma anche alla Carrà, alla quale ha dedicato un divertente Tuca Tuca, mixato con altri brani soprattutto degli anni ‘60, come è avvenuto in generale per tutto lo spettacolo, il cui tour “si concluderà nel 3000, perché così previsto dal contratto che bisogna rispettare”.
Con le note di Ma la notte no e con l’annuncio del disco, contenente le canzoni dello spettacolo “non è pubblicità, ma informazione”, che uscirà “ai primi di dicembre, quindi il 10 novembre”, ha salutato il soddisfatto pubblico, prima di stringere calorosamente la mano a tanti e concedersi a qualche selfie, volgendo lo sguardo in direzione dei fuochi d’artificio, sul cielo della valle.



