“L’unità del lavoro è stato uno dei fattori più potenti della crescita economica, sociale e civile del nostro Paese”, ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia di consegna delle Stelle al Merito del Lavoro 2025, svoltasi questa mattina, 17 ottobre, al Palazzo del Quirinale.

Il Capo dello Stato ha ricordato come il senso unitario dell’apporto di cittadine e cittadini allo sviluppo dell’Italia «abbia avuto una funzione determinante nel generare partecipazione, diritti e benessere». Nel corso del suo intervento, Mattarella ha voluto rendere omaggio ai lavoratori Angelo Catania, Maurizio Curti e Loris Nadali, caduti sul lavoro, alle cui famiglie sono state consegnate le Stelle al Merito alla memoria. «Non ci stancheremo di ripeterlo: il lavoro non può significare rischio di vita. Angelo, Maurizio, Loris, oggi dovrebbero essere qui, con noi», ha affermato con fermezza il Presidente.
Il maledetto 11 novembre 2003 un tragico incidente sul lavoro nel porto di Milazzo costò la vita al milazzese Angelo Catania, il diciannovenne ragioniere, impiegato di una società messinese, fu travolto mentre raccoglieva le bollette delle merci da un muletto carico di travette guidato da un operaio della Compagnia portuale. Ventidue anni trascorsi nel dolore per familiari e amici , con un processo che in Appello si è concluso con l’assoluzione di tutti gli indagati e la condanna del solo conducente del muletto. Un prestigioso riconoscimento per una morte bianca, quella di Angelo, un giovane martire del lavoro che con dignità esercitava la sua mansione fino al sacrificio, ricordato per le sue eccelse virtù morali e professionali e rimasto nel cuore di tutta la comunità.
Mattarella ha richiamato l’attenzione su un fenomeno definito «preoccupante»: quello dei cosiddetti acontratti pirata». «Una recente indagine di Confcommercio – ha ricordato – ha messo in luce la crescita di questi contratti. Oltre mille sono i contratti collettivi nazionali depositati al Cnel, di cui duecentocinquanta nei soli settori del turismo e del terziario».
Tra questi, ha proseguito, «vi sono accordi firmati da rappresentanze sindacali e datoriali scarsamente rappresentative, che generano vere e proprie forme di dumping contrattuale, riducendo diritti e tutele dei lavoratori e provocando concorrenza sleale fra imprese». Il Presidente ha poi ribadito l’importanza di una fiscalità equa e produttiva:
«Sono le entrate fiscali dei dipendenti pubblici e privati, dei pensionati, a fornire allo Stato il maggior volume di risorse. Porre riparo alle difficoltà non deve consistere nell’inseguire politiche assistenziali, ma deve essere una scelta di sviluppo e di lungimirante coesione sociale».
Mattarella ha sottolineato come, dopo anni di stagnazione, la dinamica salariale mostri ora segnali di ripresa, ma ha avvertito che il tema resta centrale: «I salari sono stati lo strumento principe nel nostro Paese per ridurre le disuguaglianze e garantire un equo godimento dei frutti del progresso». Un punto cruciale riguarda il futuro delle nuove generazioni: «Troppi giovani sono spinti all’emigrazione, spesso per la difficoltà di trovare lavoro o per il basso livello retributivo di primo ingresso nel mondo del lavoro».
Infine, Mattarella ha richiamato l’attenzione sulle crescenti disparità salariali:
«Dinamiche di mercato concorrono ad ampliare gli squilibri nelle retribuzioni. Non possiamo ignorare che tante famiglie sono sospinte sotto la soglia di povertà nonostante il lavoro di almeno uno dei componenti, mentre super manager godono di remunerazioni centinaia, o persino migliaia di volte superiori a quelle dei dipendenti delle imprese».
(Giovanni Luca Perrone)
